Il gioco di tre bimbi si trasforma in scoperta: il reperto è antichissimo

Una passeggiata di tre alunni della prima media diventa una scoperta di grande valore: reperto antichissimo, arrivano i complimenti della sindaca.

Una passeggiata, i giochi di tre alunni di prima media, poi la strana scoperta. Quel reperto è così particolare da spingerli a portarlo a casa. Il 13 gennaio quella mandibola era stata trovata dai 3 studenti dell’istituto Banti di Santa Croce sull’Arno proprio sulle rive del fiume.

scoperta reperto santa croce
Il reperto scoperto dai tre alunni (screenshot Facebook )

Poi le analisi e le conferme, in arrivo dall’archeologo Riccardo Chessa e dalla funzionaria della Soprintendenza di Pisa, Ilaria Benetti. Quella strana mandibola, con i denti e una forma molto particolare, sarebbe da ricondurre ad un uro.

Lucas Snirer, Fadil Zela, e Ledio Maloku, i tre studenti di prima media, hanno ritrovato un reperto di un antico antenato dei buoi, estinto nel primi anni del 1600 e vissuto circa 20 mila anni fa. Una scoperta incredibile, che si è trasformata nei complimenti della sindaca e in un vero e proprio giornale creato dalla scuola.

Tre alunni scoprono un reperto di 20 mila anni fa: le reazioni

santa croce sull'arno
Santa croce sull’Arno (Screenshot Facebook Comune Santa Croce sull’Arno)

Gli insegnanti dell’istituto in cui i 3 bimbi studiano hanno deciso di raccontare quella incredibile esperienza. Tramite foto e articoli, Claudia Trevissoi, insegnate di arte, Antonio Gambatesa e Martina Pizzi (lettere), hanno coinvolto e guidato la classe in un progetto molto interessante.

Dalla scoperta è nato quindi “Il giornale della Mandibola”, che è stato presentato davanti alla sindaca. “Una grande esperienza che la classe che ha vissuto in prima persona trasformando una occasione di vita in spunto per lo studio e la crescita civica”. Queste le parole sui social della prima cittadina Giulia Deidda, e intanto la mandibola è stata trasportata negli uffici della soprintendenza di Pisa per approfondire gli studi. Tutto merito di tre giovanissimi studenti che hanno utilizzato lo strumento migliore che ci sia: la loro infinita curiosità.

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