Caos 5 Stelle, dai transfughi all’esplosione di micro-partiti: ecco chi sono

Il Movimento grillino sta vivendo qualcosa di simile a un esodo di massa, con tanti esponenti di micro-correnti che lasciano il grillino per creare nuovi minuscoli partiti. 

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(Ansa)

Lo spiega oggi il quotidiano Libero, indicando questi esponenti di nuove “microformazioni” politiche come “i defunti politici del grillismo”, ognuno con una storia personale diversa dalle altre, ma tutte riconducibile a un vero e proprio nuovo “battaglione” di personaggi che cercano di ritagliarsi un piccolo spazio nel variegato e multiforme agone politico italiano.

La lista dei transfughi a 5 Stelle che ci provano

Tra questi, il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti indica l’ex Iena Dino Giarrusso, fuoriuscito dal Movimento ma non dalla sua carica di europarlamentare, e che ora pare che vorrebbe fondare un suo personale movimento. Poi, a seguire il giornale di centrodestra indica l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, anche lei fautrice di una nuova formazione ai più del tutto sconosciuta, “Noi – Nuovi Orizzonti per l’Italia”.

Un altro nome che figura nella lista di quelli che il quotidiano La Stampa ha persino rinominato, con un gioco di parole beffardo, i “pentecatti”, è quello del deputato Andrea Colletti, presidente della sconosciuta nuova formazione dal nome “In Alternativa”. Stesso destino toccato ai volti un tempo noti di Barbara Lezzi e di Emanuele Dessì, oggi aderente al Pci di Marco Rizzo, oppure anche del deputato Vito Petrocelli negli ultimi mesi al centro delle polemiche per essersi più volte dipinto in una maniera da molti interpretata come filo-putiniana.

La lista però continua ancora a lungo, con le formazioni mai nate di “Partecipazione attiva” e di “Movexit”, vero e proprio cappello sotto cui i transfughi grillini hanno cercato di ricostruirsi una nuova casa.

Lo stesso che ha poi fatto, con un po’ più di fortuna, Gianluigi Paragone con il suo Italexit e le battaglia no-green pass a fianco del compianto luminare da premio Nobel e critico dei vaccini Luc Montagnier. Un movimento che secondo alcuni sondaggi può toccare fino al 5 per cento e che sta lavorando anche per costruire tutta una rete di relazioni solide in ambito europeo.

Meno fortuna, invece, per altri big fuoriusciti dai 5 Stelle come Sara Cunial, Davide Barillari, l’ex ministro Lorenzo Fioramonti o l’ex conduttore Sky Emilio Carelli. Quest’ultimo che continua a sognare un movimento centrista che però non si vede all’orizzonte. Lo stesso in cui i grillini, a movimenti sparsi, si vedono nuotare come pesci che cercano di imbrigliarsi nella larga rete della politica. Sperando di finire nella famosa “scatoletta di tonno”, come la definì Beppe Grillo, tuttavia mai aperta per davvero.

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