Conto corrente, attenzione ai versamenti: Fisco dietro l’angolo…

Conto corrente, attenzione ai versamenti che effettuate. Il Fisco potrebbe essere addirittura dietro l’angolo, il motivo è evidente

Attenzione al conto corrente
Conto corrente (screenshot video YouTube)

Arriva un vero e proprio allarme che interessa a tutti quanti voi. Vi consigliamo di leggere questo articolo visto che l’argomento in questione è molto delicato come quello del “conto corrente“. A farlo presente ci ha pensato il quotidiano ‘Libero‘ dove ha evidenziato alcuni punti fondamentali che non devono essere assolutamente sottovalutati e che adesso vi riportiamo.

Il versamento di contanti, sul proprio conto corrente, potrebbe insospettire qualcuno. A chi ci stiamo riferendo? Al Fisco. Il motivo è semplice: si tratta di denaro non controllato dall’Agenzia delle Entrate. Da questo momento in poi il tutto deve essere giustificato. Per chi non lo sapessi la stessa Agenzia impone delle vere e proprie verifiche sui versamenti supponendo una cosa: che il denaro provenga da redditi non dichiarati. Ed è per questo motivo che chiede di giustificarli.

Nel momento in cui questa cosa non si può attuare (ovvero la possibilità di giustificarli in modo adeguato), lo stesso fisco potrebbe benissimo decidere di tassarli. Anche se non provengono da attività lavorative.

Conto corrente, occhio ai versamenti: Fisco può entrare in azione

Attenzione al conto corrente
Conto corrente (screenshot video YouTube)

Ovviamente ci starete chiedendo come funzionano i controlli. L’unica cosa certa che si sa è che gli stessi non sono automatici. Scattano in un solo modo. Quale? Dopo essersi assicurati e aver verificato tutti i passaggi emerge un versamento sproporzionato rispetto al reddito. Chi rischia seriamente sono i disoccupati e quelli che non percepiscono un reddito che potrebbero seriamente imbattersi in questo tipo di verifica.

Un esempio lampante è questo: se lo stipendio è di 1000 euro ed il versamento è tre volte tanto è ovvio che il fisco qualche domandina se la faccia. Tanto da ipotizzare che quella persona possa aver percepito un reddito lavorando in nero. Ed è per questo motivo che queste operazioni, per essere giustificate, hanno bisogno di una prova scritta. Il consiglio è sempre quello di ricevere assegni o bonifici al posto del denaro liquido. Nei dati bisogna scrivere le persone coinvolte e l’importo preciso che è stato donato. L’Agenzia delle Entrate, invece, ha sette anni per gli accertamenti.

 

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