Il direttore dell’Agenzia dell’Entrate chiaro sull’evasione fiscale e sulle misure che saranno messe in campo: “Sappiamo chi sono”.
“Credo che la pena detentiva per chi non paga le tasse non convenga”. Parole di Ernesto Maria Ruffini. In tema di evasione fiscale il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha parlato di un quadro allarmante, spiegando perché è contrario.
“Il carcere credo sia inutile – ha affermato al Festival dell’Economia di Torino, in cui ha presentato il libro Uguali per la Costituzione -, il mio sistema è quello in cui i cittadini sanno che chi non paga viene intercettato e l’azione viene punita facendoli pagare”. No al carcere quindi. “La pena detentiva non mi ha mai convinto – ha affermato -, preferisco mettere in carcere l’evasore, così fallisce l’attività, o farlo lavorare fino a quando non ripaga la collettività?”. Arrivano quindi i numeri, allarmanti, e anche un messaggio chiaro per chi non è in regola.
Fisco: sono 19 milioni gli evasori in Italia
I numeri sono preoccupanti, e le cifra ancora di più. Ruffini pochi giorni fa aveva chiarito che fra tributi e multe non pagate, l’insieme dei debiti da riscuotere sia arrivato a quota 1.100 miliardi. Molti di questi non saranno più esigibili, in quanto appartenenti a persone defunte o non in grado di pagare, e le persone che avrebbero optato per le rateizzazioni sarebbero più o meno un sesto rispetto ai 19 milioni che hanno ancora un conto aperto con l’Agenzia delle Entrate.
C’è però un avvertimento chiaro che arriva dal direttore. “Abbiamo individuato tutte quelle persone iscritte a ruolo – ha affermato – dobbiamo usare strumenti che possano farle rientrare in carreggiata”. La macchina fiscale dopo lo stop nel 2020 e 2021 è ritornata quindi a lavorare, in attesa della legge delega di riforma del Fisco.
“Si tratta di una delega – ha chiuso Ruffini –, aspettiamo per esprimere un giudizio ma la cosa a cui tengo di più è la riorganizzazione delle norme. Prima bisogna fare ordine, poi vedremo cosa può cambiare per evitare confusione”.