E’ arrivata ieri in casa Lazio l’ufficialità del prolungamento di contratto di mister Sarri, Caso: “Carta bianca all’allenatore”
Maurizio Sarri ha rinnovato con la Lazio fino al 2025, la notizia era nell’aria e ieri è stata resa ufficiale dal club biancoceleste. Per commentare la sintonia tra la società laziale ed il tecnico toscano, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com Mimmo Caso, che in questa società ha vestito i panni sia da giocatore che d’allenatore (anche delle giovanili), indossando la fascia da capitano in una delle Lazio che è passata alla storia, quella del -9: “Trovo giusta la scelta di proseguire insieme, perché quando si parla di un progetto serve continuità; il non rinnovo sarebbe stato come rinnegare decisioni prese in precedenza. Ora servirà mettersi a tavolino e dare la possibilità al tecnico di avere una squadra più continua e di più alto livello: ci vuole unità di intenti tra lui e la società, aspetto messo spesso in discussione ma che ora va consolidato. La Lazio ha ottenuto risultati importanti, migliorarla non è facile ma suppongo l’allenatore abbia le idee chiare, visto che ha già fatto dei nomi. Gli va data carta bianca e si dovranno avallare le sue richieste“.
Tra i nomi fatti da Sarri, a gennaio, c’era quello di Casale che ancora non è arrivato: “Serve evitare questo, non deve verificarsi tale incongruenza decisionale. La società crede nel tecnico e quindi gli deve dare retta: lui ed il ds sono la struttura tecnica della società, sono i primi che devono risolvere questa situazione per dare un’idea di compattezza e soprattutto di serietà“.
E sempre sul fronte mercato la parentesi legata ai giovani del vivaio non sembra contemplata, mentre quando Caso allenava la Primavera biancoceleste ha avuto modo di allenare e formare giocatori come Nesta, Di Vaio e Roma arrivati fino alla Nazionale: “Dal di fuori è facile commentare gli errori che vediamo, ad ogni modo trovo che sia una follia del calcio in generale non fare più leva sul settore giovanile; eccezion fatta per l’Atalanta che sforna ragazzi già finiti del mirino di Mancini e pochi altri club. La cosa comunque più grave è che la Primavera della Lazio faccia la B, serve parlarne: in una piazza come Roma non mancano talenti, i biancocelesti hanno sempre avuto molta attenzione sui giovani, serve intervenire e migliorare. Una volta il fiore all’occhiello della società erano le giovanili, dopo Inzaghi siamo andati in calando. Da quanto tempo è che un giocatore del vivaio non fa un salto stabile in prima squadra? Lo stesso Cataldi si è fatto prima le ossa altrove“.
Dopo questa sessione estiva di calciomercato la Lazio potrà tornare competitiva? “Se si lavora in coabitazione si può tornare ai piani alti della classifica. Credo sia fondamentale avere già oggi in mente una pseudo formazione dell’anno prossimo. Serve alla rosa, al tecnico, alla società ed è anche nell’interesse di una tifoseria che ha sempre dimostrato grande affetto. Secondo me già si sarebbero dovuti sciogliere i nodi relativi all’eventuale permanenza di Milinkovic e Luis Alberto, come ha fatto la Juventus con Dybala. Anche se capisco che per il calcio d’oggi non è facile, viste le folli valutazioni che ci sono: questo però fa capire ulteriormente perché si deve intervenire in tempo. Già chiuso il ciclo Inzaghi era chiaro che andasse progettato qualcosa di nuovo per Sarri: le cose poi sono andate bene lo stesso raggiungendo un ottimo traguardo magari anche insperato, ma ora non si può più scherzare. La chiarezza che spesso manca è fondamentale, poi si prendono giocatori di conseguenza. Interessante, tornando ai giovani, dare uno sguardo all’Empoli o alle stesso Milan che ci ha lavorato fino a vincere lo scudetto“.
I giovani che comunque, spiega mister Caso, vanno seguiti attentamente: “Servono osservazioni oculate: non è detto che un ragazzo renda a Roma come magari sta facendo in un club minore. Al momento si parla dei portieri Carnesecchi o Vicario, non si può sapere se nella piazza romana faranno altrettanto bene ma la bravura è qui: trovare persone adatte per questa maglia, è questa la forza della società. Ovvio è che per fare questo mestiere ci vuole personalità, io però parlo spesso di Bordon: tra i migliori portieri della storia, era un fenomeno vero ma a San Siro avvertiva tanta pressione“.
Una pressione che comunque oggi a Roma non è nemmeno paragonabile a quella della stagione 1986/1987, che rimarrà per sempre indelebile, soprattutto per chi l’ha vissuta in prima persona, come l’allora capitano Mimmo Caso: “I laziali quando mi sentono si devono ricordare cosa abbiamo passato (ride n.d.r.). Io ringrazierei per vedere sempre la Lazio così e non tornare a quei fatti. La storia non va dimenticata per vivere meglio il presente e il futuro. Vincere per arrivare in Europa non ha la stessa tensione di giocarsi una fetta di vita della società: la nostra storia rappresentava la vita o la morte del club”. “Su tutti i fronti – chiosa l’ex tecnico e capitano biancoceleste –bisogna trovarsi a metà strada: la bellezza del calcio è che non ti puoi nascondere, quello che semini raccogli“. E questo vale in campo, così come in società.