Per le società il provvedimento è “illegittimo”, ma non sono dello stesso avviso i legali della Federcalcio. La situazione dei club sull’iscrizione è tranquilla. Per ora
Situazione tesa tra Lega e Figc, ma per quel che riguarda l’iscrizione al campionato è tutto sotto controllo. Almeno per ora. C’è stata l’udienza davanti al Collegio di garanzia presso il Coni a sezioni unite sul ricorso della Lega Serie A contro la Figc sull’indice di liquidità che la Federcalcio ha fissato allo 0,5 (con correttivi) e diventato vincolante per l’iscrizione al campionato di calcio delle squadre. Diverse la contestazioni della Lega, “sul contenuto intrinseco del provvedimento sia sul procedimento in cui è stato compiuto: l’illegittimità è evidente. È stata impedita la partecipazione del soggetto istituzionalmente più interessato, la Lega. Un indice di liquidità concepito come requisito, se pure entrasse in vigore nella stagione avrebbe già tempi stretti, qui siamo nell’irrazionalità totale”, ha detto il professor Romano Vaccarella, che difende la Lega.
La Gazzetta dello Sport cita anche Giorgio Mattarella: “Nessuno contesta che la Figc abbia potere introdurre indice di liquidità né dubitiamo che sia utile, qui l’oggetto della controversia è il modo, sono i tempi. Di questa cosa si è parlato a lungo negli anni scorsi, poi si è deciso per un rinvio per una soluzione condivisa. Ma in seguito è cambiato tutto per una decisione arbitraria e capricciosa della Figc, che senza partecipazione degli interessati ha stabilito un numero”.
“Questo sistema significa privilegiare i più ricchi”
L’avvocato Avilio Presutti, sottolineando la rilevanza pubblicistica e non privatistica del provvedimento, sottolinea che: “L’indice di liquidità così come è stato retroattivamente inserito avrà dei problemi anche per i correttivi: viene scritto che la soluzione sia immettere liquidità, significa creare un sistema alla Psg che privilegia i più ricchi. È questo il provvedimento che vogliamo introdurre? Qui il correttivo dal punto di vista sostanziale è peggio della regola. Il ricco va, il povero si attacca”.
In sostanza non è proprio così che stanno le cose, il provvedimento della Federcalcio è un po’ più articolato e complesso che andrà rivisto e rivisitato anno dopo anno. E’ un modo per rendere più responsabili le società. Almeno, questa è l’intenzione.