Amministrative francesi, il governo Macron traballa: ora il secondo turno

Al termine del voto in Francia emerge a caratteri chiari il successo di Melenchon, con l’attuale presidente Macron avanti solamente di un soffio. Così la maggioranza traballa. 

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(Ansa)

Solamente tra una settimana si capirà chi avrà la maggioranza al Parlamento in Francia. Alle ultime elezioni, l’affluenza è la più bassa della storia, e ora tutto è riposto nei voti ulteriori su cui possono contare i partiti. Storicamente, in queste situazioni in Francia si tende a scegliere i partiti di centro, in particolare quando combattono contro componenti più radicali estremiste, che siano di destra o di sinistra.

La premier incaricata dalla coalizione “Ensemble!” Elisabeth Borne ha messo in luce senza ipocrisie, al termine delle elezioni, il bisogno di “una maggioranza forte e chiara”. L’obiettivo del partito di Macron è quello di avere una maggioranza assoluta con cui portare a casa le riforme promesse durante la campagna elettorale, tra cui quella più discussione sull’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni. Cosa che non sarà però affatto semplice.

Si vede già un governo zoppo incapace di dare risposte

Oggi tutti i commentatori francesi parlano però di un governo “zoppo” nel caso in cui Macron si trovasse a discutere ogni proposta di legge con le altre forze in parlamento, partendo da una posizione praticamente paritetica. In particolare considerando che il primo gruppo di opposizione che ha registrato il pieno di voti alle elezioni, ovvero la coalizione di gauche, ha una visione totalmente opposta sulle pensioni. Invece di alzarle, la posizione di Melenchon è di abbassarla dagli attuali 62 anni a 60.

Tutti attendono quindi l’esito di domenica prossima con il secondo turno, dove Macron per ottenere la maggioranza assoluta dovrebbe superare i 289 seggi. Una situazione molto diversa da quella che si era venuta ad instaurare durante il primo mandato, con il presidente francese che godeva di una maggioranza molto larga, pari a 341 seggi dell’Assemblea nazionale.

Il commento del leader della coalizione di sinistra Nupes Jean-Luc Melenchon è quindi del tutto raggiante. “Il partito presidenziale alla fine del primo turno è battuto e sconfitto. Per la prima volta nella Quinta Repubblica, un neoeletto presidente non riesce a ottenere la maggioranza nelle elezioni legislative”, ha detto Melenchon rivolgendo un appello agli elettori, parlando di una “straordinaria opportunità che presenta per la nostra vita personale e per il destino della patria comune. Invito le persone a uscire allo scoperto domenica prossima”.

Anche la leader del Rassemblement National Marine Le Pen andrà al secondo turno delle elezioni legislative, dopo il raggiungimento del 55 per cento dei voti nella circoscrizione del Pas-de-Calais. “Voglio ringraziare gli elettori nazionali, e in particolare quelli dell’11° distretto del Pas-de-Calais, che mi hanno collocato al 55% dei voti”, ha detto Marine Le Pen, chiedendo “a tutti gli elettori di confermare i loro voti” e ricordando che “il secondo turno ci dà la possibilità di inviare un certo numero di deputati in Assemblea”.

“Domenica prossima è importante non votare Emmanuel Macron. Se lasciate che accada, rischiamo di entrare in un tunnel senza luce per cinque anni”, ha continuato. Mentre molto più negativo è il risultato raggiunto dalla destra di Eric Zemmour, fondatore del movimento Reconquete eliminato al primo turno delle legislative nel dipartimento di Saint-Tropez, nel sud della Francia, dopo la prima sconfitta dello scorso aprile alle presidenziali.

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