Maturità post-pandemia in presenza, Lavenia: “Significa non avere percezione delle difficoltà degli studenti”

Dopo il lockdown l’esame di stato torna per la prima volta come ai vecchi tempi, Lavenia: “Serve aiutare la salute mentale”

Manca ormai poco all’inizio degli esami di maturità: si tornerà in presenza, svolgendo le prove con le stesse modalità utilizzate prima della pandemia. Questo rientro repentino alle vecchie abitudini, proprio in occasione di un appuntamento così importante per gli studenti, sta creando non poche problematiche. Stress, ansia, disturbi del sonno, sbalzi d’umore, ricorso a farmaci, cattive abitudini alimentari e non solo: l’avvicinarsi degli esami di stato mette a dura prova anche il corpo e la mente degli alunni: a tracciare i contorni del fenomeno l’indagine di Skuola.net insieme all’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo) su un campione di 1.909 maturandi.

Lavenia su esame di maturità post pandemia

Da questa analisi emerge che ben 7 maturandi su 10 già manifestano i segni di tensione e stress; il 51% prevede  che il proprio stato fisico peggiorerà nell’immediata vigilia delle prove; mentre 2 su 3 credono che a precipitare sarà il proprio stato emotivo. Il 71% degli intervistati vive forti sbalzi d’umore dovuti alla preoccupazione per l’esame. Il 70% sta reagendo modificando il suo rapporto col cibo: il 37% tende a mangiare troppo, il 31% troppo poco. Mentre quasi 1 su 2 sta dormendo meno a causa degli esami. Il 40% sta facendo uso di farmaci o integratori per migliorare le prestazioni fisiche o mentali.

Per commentare questi importanti numeri è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com Giuseppe Lavenia, psicologo psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo “Di.Te.”: “I ragazzi sono in profonda difficoltà, i dati lo evidenziano. Già le analisi effettuate negli ultimi due anni sulla salute mentale dei giovani erano gravi, ad oggi possiamo dire che probabilmente c’è stata una sottovalutazione della situazione: vedere ragazzi prossimi alla maturità con fobie, attacchi di panico, disturbi dell’umore e quasi il 70% con ansia e preoccupazione quando immagina il futuro, ci deve far riflettere ed intervenire per fare un cambio di passo sulla problematica”. E aggiunge: “Si deve mettere l’attenzione su questo: nei mesi scorsi abbiamo lavorato tanto sulla salute fisica, ma molto poco su quella mentale. Visti i pensieri che gli studenti hanno sul futuro, gli stiamo togliendo tutto; loro sono il nostro futuro, dobbiamo investirci ma i numeri parlano chiaro: sono sempre più isolati in casa, usano sostanze per tenersi attivi e chiaramente l’esame di maturità non fa altro che appesantire la la situazione”.

Lavenia su esame di maturità post pandemia
Giuseppe Lavenia, psicologo psicoterapeuta e presidente Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo “Di.Te.”

Gli stiamo facendo fare un esame come se non ci fosse stata la pandemia ma credo sia come negare la realtà – dichiara Laveniaquesto ci rende adulti poco credibili perché dovremmo riconoscere la verità dei fatti. Dovremmo ammettere che i ragazzi hanno sofferto e dovremmo capirli; noi invece abbiamo fatto finta di niente, abbiamo detto loro ‘quest’anno è stato diverso non c’è stato nulla, ok l’esame’; però sappiamo benissimo che la realtà dei fatti non è questa. Visti i momenti che hanno vissuto, la maturità andava gestita come l’anno precedente, non come se fosse stato un anno scolastico normale perché mesi fa è iniziata perfino la guerra che non ha di certo reso la situazione più facile, quindi questo è stato addirittura un anno più complesso”. Infine chiosa spiegando come sarebbe stato possibile rimediare alla situazione: “Il prendersi cura delle vicende parte dall’ammettere che c’è un problema: i ragazzi ci stanno dimostrando che non stanno bene, lo notiamo dalle challenge e/o dall’autolesionismo, quindi serve prendere consapevolezza di quello che stanno vivendo: questo poteva essere fatto anche in ambito scolastico. Dovevamo ammettere che il momento era difficile e proporre una prova più vicina alle esigenze dei maturandi: questo esame è già di suo complicato, se ci mettiamoci anche uno stato di salute mentale precario ci rendiamo conto che non c’è stata la percezione delle difficoltà emotive che gli studenti stanno manifestando”.

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