Francesco e l’allarme su quel male profondo che assale Chiesa e società

C’è un male su cui il Papa ha puntato il dito tante volte nel corso del suo Pontificato, ribadito nell’incontro con i vescovi del Sinodo greco-melchita, che sembra passare in sordina rispetto a tanti altri drammi ma che invece mina alla radice la convivenza umana, portano in un secondo momento a situazioni di divisione e di odio. 

papa chiesa greco melchita
(Ansa)

Un appuntamento in cui Bergoglio ha fortemente invitato tutti a non dimenticare la “martoriata” Siria, ma che allo stesso tempo ha messo in parallelo il dramma della guerra con un altro tarlo sociale all’apparenza più leggero. Ma che purtroppo deturpa le relazioni sociali, rendendole logore all’origine, ed è da quel seme di male che poi ne consegue una deriva che può diventare anche totalizzante. Come lo è, appunto, il male della guerra.

Stiamo parlando del chiacchiericcio, quel modo di “sparlare” gli uni degli altri, talvolta in maniera pervicace e continua, che troppo spesso prende vita e si verifica purtroppo anche nella Chiesa, dove attraverso questo vociare maligno si finisce per seminare conflitto, che prende il posto della comunione fraterna, e che di conseguenza rischia di minare l’unità della Chiesa stessa.

L’esortazione di Bergoglio a fare risplendere la pace

“Vi esorto a far risplendere il volto della Chiesa tenendo lontane divisioni e mormorazioni, che non fanno altro che scandalizzare i piccoli e disperdere il gregge”, ha detto il Papa partecipando in carrozzina all’udienza. “Su questo mi fermo: state attenti al chiacchiericcio. Per favore, niente. Se uno ha una cosa da dire all’altro, la dica in faccia, con carità, ma in faccia. Come uomini. La può dire in faccia da solo, la può dire in faccia davanti agli altri: correzione fraterna. Ma mai sparlare dell’altro con un altro”.

Il Papa ha poi continuando con un invito diretto alla realtà della Chiesa di rito bizantino, erede dell’antica tradizione del cristianesimo siriaco. “All’interno del Sinodo vi incoraggio a esercitare le vostre competenze con tanta saggezza”, come ad esempio per le “elezioni dei Vescovi, per le quali vi prego di riflettere sempre bene e di pregare lo Spirito Santo, preparando adeguatamente e con largo anticipo il materiale e le informazioni sui diversi candidati, superando ogni logica di partigianeria e di equilibri tra Ordini Religiosi di provenienza”, ha affermato Bergoglio.

L’invito del Papa è quindi di essere coraggiosi nella verità e nella luce che promana la fede cristiana. “Siamo coraggiosi. Guardiamo come Paolo ha detto in faccia a Giacomo tante cose. Anche a Pietro. E poi si fa l’unità, la vera unità, tra uomini. Mandate via ogni sorta di chiacchiericcio, per favore. E poi il popolo si scandalizza: guarda i preti, guarda i vescovi, si spellano tra loro!”, ha esclamato Bergoglio, ricordando a quel punto il dramma ucraino su cui non ha mai smesso di fare luce fin dallo scoppio dell’ultima fase del conflitto.

Il dramma ucraino e i tanti conflitti sparsi nel mondo

“I drammi degli ultimi mesi che tristemente ci costringono a volgere lo sguardo all’est dell’Europa , non ci devono far dimenticare quello che da dodici anni si consuma nella vostra terra”, sono le parole pronunciate dal Pontefice facendo riferimento ai tanti conflitti sparsi nel mondo, e non dimenticarsene per focalizzare tutta l’attenzione solamente su una porzione di terra del mondo, che è l’Ucraina.

“Io ricordo, il primo anno di pontificato, quando era preparato un bombardamento sulla Siria, che abbiamo convocato una notte di preghiera, qui, in San Pietro, così anche c’era il Santissimo Sacramento e la piazza piena, che pregava. C’erano anche dei musulmani, che avevano portato il loro tappeto e pregavano con noi. E lì è nata quell’espressione: “Amata e martoriata Siria”, ha rammentato Francesco.

“Migliaia di morti e feriti, milioni di rifugiati interni e all’estero, l’impossibilità di avviare la necessaria ricostruzione. Non possiamo permettere che anche l’ultima scintilla di speranza sia tolta dagli occhi e dai cuori dei giovani e delle famiglie! Rinnovo l’appello a tutti coloro che hanno responsabilità, dentro il Paese e nella Comunità internazionale, perché si possa giungere ad una equa e giusta soluzione al dramma della Siria”.

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