Prossimo ad aprire in Toscana un nuovo ristorante Antonino Cannavacciuolo ha alimentato la polemica relativa alla mancanza di volontà dei giovani di lavorare. Il noto chef si è soffermato su un tema molto dibattuto e ha commentato le affermazioni dei tanti imprenditori che lamentano la mancanza di forza lavoro in ambienti come quelli della ristorazione. Sembra infatti che i ragazzi non siano disposti a fare delle rinunce solo per fare uno stage, anche se ben remunerato.
Antonino Cannavacciuolo: “Sono solo un cuoco”
A Cook – racconti di cucina, inserto del Corriere della Sera Cannavacciuolo ha sottolineato come sono cambiati i tempi rispetto a quando ha cominciato a lavorare lui: “Io ho cominciato da ragazzo facendo stage gratis e pagandomi l’alloggio in Francia. Ma la mia è stata una scelta che ho voluto fortemente fare. I tempi, però, sono cambiati: una giusta gavetta quando si è giovani ci vuole ma chi lavora oggi chiede, oltre a uno stipendio degno, più qualità e tempo a disposizione.”
Il giudice di Masterchef riconosce che i problemi non sono legati solo ai lavoratori, ma anche alla pressione fiscale: “Noi oggi cerchiamo di far stare bene la brigata, di gratificarla: senza i miei ragazzi io non faccio niente, perciò devo tutelarli e il mio successo deve essere anche il loro. Dopo di che, ci sono altri temi che andrebbero affrontati: per esempio, la pressione fiscale terribile per un imprenditore. Ma la soluzione non ce l’ho, non sono un politico, sono solo un cuoco.”
Antonino Cannavacciuolo: “Io e mia moglie pensiamo solo al lavoro”
Antonino Cannavacciuolo ha ricordato di aver aperto Villa Crespi a soli 25 anni, ha sempre lavorato molto facendo anche tante rinunce. Anche oggi ammette di pensare solo al lavoro e la moglie gli è sempre stata a fianco: “Io e mia moglie pensiamo sempre al lavoro. In viaggio di nozze mi ero portato dietro le ricette da studiare e Cinzia pensava a come aggiustare i conti. È che alla fine non lavoro: mi diverto. Perciò ora la crescita deve essere anche l’occasione per far star bene chi lavora con me”.
Le parole del popolare chef invitano alla riflessione e non mancano di animare il dibattito già decisamente molto polemico in merito alla mancanza di giovani lavoratori che a quanto pare non sono predisposti a fare sacrifici per crescere e affermarsi.