Le irregolarità sono aumentate del 25% e riguardano le facciate in primis, poi il sisma e infine gli incentivi al 110%
Doveva essere il grande rilancio dell’economia italiana attraverso il rilancio del comparto edilizia, doveva essere la maniera per ristrutturare e rendere energeticamente più efficienti le nostre abitazioni, invece si sta rivelando una delle più grandi truffe degli ultimi anni.
Come é possibile che un’ottima idea possa diventare in Italia un insuccesso o peggio ancora, un modo per generare delle truffe ai danni dello Stato? Resterà forse uno dei tanti misteri del nostro paese, ma intanto il Fisco ha deciso di muoversi ed è partito alla caccia dei soldi per i bonus edilizi spariti nel nulla.
Spariti quasi 6 miliardi di euro
Soltanto pochi giorni fa la Guardia di Finanza, che da mesi ha acceso i riflettori sugli stanziamenti previsti per i bonus edilizi e non solo, ha aggiornato il conto delle frodi allo stato sui bonus. Sono 5,6 i miliardi di euro sottratti allo Stato italiano, la maggior parte dei quali già partiti con destinazione in qualche paradiso fiscale e quindi probabilmente persi per sempre. Una somma spaventosa che fa capire bene che qualcosa è andato storto nel sistema che doveva essere di controllo.
Un’iniziativa controproducente
Quello che avrebbe dovuto, e per qualcuno comunque è anche riuscito, rilanciare l’economia, invece si è trasformato in un pericoloso cratere per i conti pubblici. Denunciato dal governo Draghi nei mesi scorsi, e confermato dalle indagini delle procure italiane. Continuando a scavare con le indagini probabilmente non è neanche finita qui, perché stanno per arrivare l’esito dei controlli anche per tutti gli altri bonus previsti nell’ultima finanziaria, parliamo di quello facciate, in primis, poi di ecobonus, bonus locazioni, sisma e superbonus.
Ora si cerca di correre ai ripari
L’Agenzia delle Entrate ha appena diramato una circolare sul come proverà a rientrare delle somme erogate dallo stato con la frode: la legge spiega già che a rispondere dell’abuso debba essere soltanto il beneficiario del bonus, quindi a risponderne al Fisco dovrà essere in teoria lo stesso che ha frodato. Ma, aggiunge ancora l’AAEE, se c’è stato un concorso di colpa nel tentativo di ingannare lo Stato, ne risponderanno anche tutti quelli che, più o meno volontariamente, hanno comunque partecipato o contribuito alla frode.