Dazi pisani e orgoglio fiorentino: ecco perché il pane toscano è senza sale

Sono tante le teorie riguardo le motivazioni che hanno portato alla diffusione di questa diversa varietà di pane. Una delle più accreditate risale addirittura al dodicesimo secolo, per una disputa avvenuta tra “vicini di casa” all’interno della regione

Quando si entra in un panificio e si chiede del pane toscano, vuol dire che si sta cercando un genere particolare, senza sale. O come si dice in Toscana, il pane “sciapo” o “sciocco”. Una varietà tipica della regione, che poi con il passare degli anni si è estesa anche al resto dell’Italia centrale. Ma perché mai è stato creato un pane senza sale? Al riguardo ci sono varie ricostruzioni, ma la più accreditata affonda le sue radici addirittura nel dodicesimo secolo.

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Ci sarebbe è una spiegazione storica per la nascita del pane toscano senza sale, una vecchia questione tra pisani e fiorentini (Ansa)

Si tratterebbe di un effetto delle guerre tra la repubblica marinara di Pisa e Firenze, in particolare quello avvenuto quando la prima – che disponeva di una grande quantità di questa materia prima grazie al suo porto – interruppe il commercio del sale con l’entroterra.

La nascita del pane toscano senza sale

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I dazi pisani erano considerati troppo alti dai fiorentini, che per ripicca iniziarono a produrre il loro pane senza sale (Ansa)

Questo portò per forza di cose a una minore disponibilità da parte delle famiglie fiorentine, che si adattarono facendone a meno e creando il loro pane sciapo. Alcuni storici dell’alimentazione come Sergio Rossi, però, sostengono che in realtà Firenze abbia deciso autonomamente di fare a meno del sale, come risposta all’aumento dei dazi imposti dalla repubblica marinara di Pisa. Dal momento che le tasse erano considerate troppo alte, con un orgoglio tipicamente toscano i fiorentini scelsero di non piegarsi a quello che era considerato a tutti gli effetti un “ricatto”. D’altronde si tratta della stessa città che qualche secolo dopo, precisamente il 17 febbraio 1530, nel bel mezzo dell’assedio da parte delle truppe imperiali di Carlo V, aveva organizzato una partita di calcio fiorentino in piazza Santa Croce, proprio per sottolineare il suo disinteresse nei confronti del potente aggressore.

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