Portano uno squalo a riva, morente, solamente per il gusto di scattarsi un “selfie”: scatta l’indignazione sui social network non solamente da parte degli animalisti [VIDEO]
Sta facendo il giro del web il filmato in cui, il protagonista, è un povero squalo che viene portato con la forza a riva da alcuni bagnanti. Ci troviamo in Sardegna, precisamente a Fontanamare, nel comune di Gonnesa, dove alcune persone hanno notato l’animale che si stava avvicinando piano piano, anche se le sue condizioni non erano per nulla ottimali. Alcuni bagnanti, però, invece che preoccuparsi o chiamare aiuto cosa hanno fatto? Hanno ben pensato di trascinarlo, con la forza, sulla spiaggia per scattarsi un selfie.
“Ovviamente” tutti erano pronti, con i propri cellulari, a scattare la foto al pesce cartilagineo. C’è anche chi ha ripreso la scena e l’ha postata sui social network. Il video, però, ha fatto sì il giro del web ma è stato condannato dagli utenti che non hanno per nulla perdonato questa scena ed hanno denunciato l’accaduto. L’esemplare, dopo le proteste da parte di alcuni presenti che hanno assistito alla scena, è stato poi spinto nuovamente in mare.
Sardegna, squalo portato con la forza a riva per foto: furia social VIDEO
Sardegna, bagnanti portano a riva uno squalo morente pic.twitter.com/irmWhCoP2I
— Ref Ref (@RefRef62623343) June 25, 2022
Nemmeno a dirlo che il filmato ha scatenato le ire da parte degli animalisti. Come si può notare bene nel video si possono vedere tre uomini impegnati a trascinare fuori dall’acqua l’animale. Quest’ultimo, infatti, si vede chiaramente che è in difficoltà e che ha bisogno dell’acqua. Il motivo di tutto questo? Ancora non si sa. Quello che si è visto, però, ha scatenato l’indignazione di molte persone che hanno condannato il gesto.
Il comportamento dei presenti è stato pesantemente criticato, in particolar modo chi (in un momento drammatico per lo squalo) ha deciso di scattarsi una foto. L’attivista per i diritti degli animali, Enrico Rizzi, ha firmato una richiesta di individuazione dei responsabili per deferirli tutti alla Procura della Repubblica. A questo punto le persone incriminate rischiano seriamente, visto che si parla dai 3 ai 18 mesi di carcere con una multa che va da 5mila a 30mila euro.