Il caldo e la siccità continua ad esserci e soprattutto ad avanzare senza sosta, a rischiare di restare senza acqua ora è la Capitale
Un momento terribile. Non piove da settimane, fa caldo e la siccità avanza senza sosta. Ma a preoccupare adesso non è solo il Nord. Infatti, non c’è solo il Po a soffrire la siccità, anche per il lago di Bracciano la situazione è quasi al limite, se non proprio al limite. Situato a nord di Roma, i suoi livelli si sono abbassati rischiando che la Capitale subisca una drastica riduzione delle acque utilizzabili. Il pericolo c’era già stato nel 2017, ma poi tutto rientrò.
Il pericolo del razionamento è concreto, soprattutto se il meteo continua ad essere così inclemente. Così come altri governatori di Regione che si stanno adoperando per trovare delle soluzioni alternative, anche Nicola Zingaretti ha dichiarato lo stato di calamità naturale.
La soglia sotto la quale non può essere più utilizzata l’acqua è -114, adesso è a -110
La soglia sotto la quale l’acqua non può più essere utilizzata è infatti a -114 cm dallo zero. A che punto è il lago di Bracciano? A -110 cm. Ma non solo, perché sempre qui viene notato un abbassamento in media di 4 millimetri al giorno e, continuando così, a luglio non riuscirà a essere più una riserva d’acqua utilizzabile.
Le stesse foto sui social mostrano il lago prosciugato. Una situazione drammatica in tutto il Lazio, dove a Roma, dall’inizio dell’anno, è piovuto il 63 per cento in meno e nella provincia si sono registrati in pochi giorni ben 496 interventi dei Vigili del Fuoco per spegnere altrettanti incendi. E ancora: l’Aniene è praticamente dimezzato rispetto alla portata media, il Tevere registra livelli più bassi anche del ‘siccitosissimo’ 2017, Liri e Sacco segnano il dato più basso in anni recenti e il lago di Nemi è di oltre 1 metro più basso del 2021.