L’attacco al sindaco Pd della città di Roma: mentre la Capitale brucia, l’amministrazione capitolina penserebbe alle nomine che si avvicendano una dietro l’altra proprio in queste ore.
Secondo il quotidiano La Verità il sindaco del Partito democratico sarebbe letteralmente “scatenato sulle nomine”, con la fondazione dell’Auditorium che passa da un unico amministratore a quattro dirigenti, mentre sei nuovi manager entrano all’Ama e il cds dell’Atac ritorna a tre teste. Così il centrodestra meloniano si infuria, e la Lega punta a un esposto alla Corte dei conti.
In queste ore dalla Capitale arrivano immagini da film tragico. Non solo il problema della spazzatura, che con l’amministrazione Raggi era diventato un must per le proteste continue sui social, continua allo stesso identico modo con Gualtieri, ma anche quello degli incendi sta colpendo e non poco la Capitale, dopo quanto avvenuto nella giornata di ieri presso la Pineta-Sacchetti, con il fumo degli alberi ormai in cenere che ha invaso i quartieri abitati di Roma Nord.
Ama, Atac e Auditorium: si moltiplicano le poltrone?
Ma è proprio in mezzo a questi tempi concitati che, secondo il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, Gualtieri starebbe inanellando una nomina dietro l’altra. “Una prassi, la lottizzazione, tutt’altro che estranea ai figliocci del Pci ma che – squadernando i profili – nella Città eterna finita nelle mani di Roberto Gualiteri & co fa davvero impressione“, scrive La Verità.
Tra i dati citati, ci sono gli oltre 100 nuovi contratti ex articolo 90, che sarebbero collaboratori a supporto di sindaco e assessori, di cui “ben più della metà sono diretta espressione della cordata vicina al Nazareno”. “Compagni di partito, trombati ricollocati, fedelissimi e amici degli amici”, è il drammatico ritratto che confezione il quotidiano.
Poi c’è il tema della “moltiplicazione dei ruoli”, che riguardano Ama, Atac, oppure l’Auditorium, gestito dalla Fondazione Musica per Roma, che nonostante il bilancio in attivo e gli ottimi risultati passa da un amministratore unico a quattro dirigenti, con gli uffici che passano da 13 a 21. L’idea, confermata dagli esponenti di Fratelli d’Italia, è che “le società partecipare stanno diventando gabbriche di poltrone create ad hoc”.