Il dato fa crescere l’allarme sui prezzi dell’energia: in un mese si registra un vero e proprio record. Le prospettive non sono affatto buone.
C’è un dato che preoccupa, probabilmente oltre le aspettative. L’impennata che si è registrata dopo le notizie in arrivo dall’Ucraina continua a preoccupare, e la corsa dei prezzi non sembra rallentare.
Sono i numeri a dipingere un quadro che può avere un impatto pesantissimo. Le previsioni svelano infatti che le aziende nei prossimi mesi saranno costrette a moltiplicare gli sforzi e gli investimenti per far fronte all’emergenza, e inevitabilmente anche i costi di tutti i prodotti subiranno un’ulteriore impennata. I dati del mese di luglio sono infatti preoccupanti, e alimentano il dibattito e la schiera di chi chiede interventi immediati. Serviranno ad alleggerire le spese per le famiglie ma anche per la catena di produzione che ha già lanciato un grido d’allarme assolutamente da non sottovalutare.
Energia, il dato di luglio è pesantissimo
Il Gestore dei mercati energetici segnala che la crescita del prezzo medio dell’elettricità da lunedì 4 a domenica 10 luglio si è attestato a 395,28 euro/MWh. Rispetto alla settimana precedente si registra quindi una impennata di circa 33 euro in più, ma a destare preoccupazione è il confronto con il mese precedente.
Il valore è infatti praticamente raddoppiato. Nella settimana fra il 6 e il 12 giugno si registrava un costo di 206,27 euro, e il confronto rende l’idea di quanto in poco tempo si sia registrata una crescita notevole. Si osservano inoltre differenze nelle regioni. I prezzi medi di vendita sono tra 384,67 euro/MWh al Sud, Calabria e Sicilia e 397,35 euro/MWh al Nord e Centro Nord. Anche le previsioni non lasciano sereni i consumatori e le aziende. Per settembre è prevista una nuova crescita, e si allarga la schiera di chi chiede interventi da parte del governo per provare a ridimensionare una crisi sempre più delicata.