Nuovo allarme Covid per una sottovariante. Il rischio è di avere ancora una volta un aumento dei casi. Ecco le caratteristiche.
Un nuovo allarme Covid arriva dalla Gran Bretagna. I ricercatori inglesi hanno confermato la diffusione di una nuova sottovariante di Omicron, la Centaurus, già individuata in passato in India e in altri Paesi.
Al momento si tratta di un allarme preventivo visto che da parte di Ecdc e Oms non è arrivata nessuna conferma sulla sua pericolosità, ma dalle prime informazioni questa nuova mutazione sembra avere una maggiore rapidità di diffusione (potrebbe essere più veloce di Omicron 5) e non si esclude l’associazione a malattie più gravi.
Tutte queste caratteristiche hanno portato l’Oms e l’Ecdc a valutarla con attenzione e ad effettuare tutti gli approfondimenti del caso per verificare se realmente esiste un rischio maggiore rispetto a quello attuale. I dubbi sono diversi e nelle prossime settimane avremo un quadro più chiaro della situazione.
Gli esperti inglesi: “E’ candidata a sostituire Omicron 5”
Tom Peacock, virologo dell’Imperial College, al Guardian ha confermato come “è davvero difficile prevedere l’effetto di tante mutazioni che appaiono insieme. Conferiscono al virus una proprietà jolly in cui la somma delle parti singole. Questa sottovariante è sicuramente una potenziale candidata per ciò che verrà dopo Omicron 5. In caso contrario, probabilmente avremo un variante di una variante“.
“L’anno scorso eravamo convinti che Delta rappresentasse un culmine evolutivo per il virus – ha aggiunto Stephen Griffin, virologo dell’Università di Leeds, riportato da TgCom24 – ma l’arrivo di Omicron e il vasto aumento della variabilità e dell’evasività degli anticorpi è un segno che non possiamo, come popolazione, seguire un piano simil-influenzale per mantenere il passo dell’evoluzione virale“.
L’attenzione in Gran Bretagna, quindi, è molto alta e nelle prossime settimane si avranno maggiori dati sulla diffusione di questa sottovariante nel Paese e sulle caratteristiche. Al momento in Italia non sono stati registrati casi, ma siamo certi che presto ci saranno i primi contagi della mutazione anche da noi.