Per i ricercatori che hanno condotto questo studio non si può stabilire con certezza il nesso di causalità, ma sono possibili eventuali associazioni
L’aumento dello stress, le variazioni di peso, l’esercizio fisico intenso ed altri importanti cambiamenti nello stile di vita possono influenzare i cicli mestruali e non dovrebbe sorprendere troppo sottolineare come tutti questi fattori siano diventati ancora più comuni durante la pandemia di COVID-19.
Diversi studi sono stati condotti per indagare le relazioni con il virus stesso dopo che alcune donne che hanno contratto l’infezione hanno poi sperimentato variazioni nella durata, nella regolarità, nell’intensità del flusso e del dolore dei loro cicli mestruali.
Uno studio che comunque lancia un allarme
Premesso che le potenziali ragioni di eventuali ritardi o variazioni delle caratteristiche di ciclo e flusso mestruale sono numerose, e per questo è normale andare incontro nel corso degli anni a variazioni occasionali o più sistematiche, diversi gruppi di ricerca stanno indagando se il vaccino anti-COVID possa essere una causa diretta di tali alterazioni. Uno di questi è giunto alla conclusione che “All’inizio del 2021 i casi sono stati molti, in età fertile e non, a seguito dell’iniezione contro il coronavirus, ma siccome in generale gli studi sui vaccini non indagano gli aspetti legati al ciclo, le segnalazioni sono state in gran parte ignorate”.
Oltre il 40% per cento delle donne ha avuto un’alterazione
E’ proprio partendo da questa osservazione che un gruppo di ricercatori americani ha lanciato uno studio su oltre 35mila partecipanti, che cerca di offrire “la valutazione più completa condotta finora sui cambiamenti mestruali sperimentati nelle prime 2 settimane post-immunizzazione”, spiegano gli autori su ‘Science Advances‘. “Un’indagine statistica”, riportano i ricercatori, “ha rilevato che il 42,1% degli interpellati ha riferito un flusso mestruale più intenso dopo la vaccinazione”.
Un’indagine molto accurata
Le risposte per lo studio sono state raccolte il 29 giugno 2021 e l’analisi ha incluso solo persone senza una precedente diagnosi di Covid-19. Non sono stati presi in considerazione nemmeno i dati di persone 45-55enni, per evitare fattori confondenti legati alla menopausa, tipicamente caratterizzata da alterazioni mestruali. “Ci siamo concentrati su chi aveva regolarmente le mestruazioni o non le aveva più, o perché in postmenopausa o perché in terapia ormonale che sopprime il ciclo”, illustra Kathryn Clancy, docente di antropologia dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, che ha guidato lo studio insieme a Katharine Lee, docente di antropologia dell’Università di Tulane.
Un nesso comunque può essere individuato
“lo studio non può stabilire un nesso di causalità” tra vaccinazione anti-Covid e alterazioni del ciclo mestruale, tengono a precisare i ricercatori, “né essere considerato predittivo di possibili effetti collaterali nella popolazione generale. Però può indicare potenziali associazioni tra la storia riproduttiva di una persona, lo stato ormonale, i dati demografici e cambiamenti mestruali a seguito di vaccinazione Covid-19”, hanno concluso in maniera inequivocabile i ricercatori.