Il politologo, professore emerito di scienza politica: “Inevitabile andare alle urne. Il lavoro di Letta non sarà facile”
L’addio di Draghi, le parole di Mattarella, le nuove elezioni. Lo scenario politico italiano ha vissuto giornate molto intense. Gianfranco Pasquino, politologo, professore emerito di scienza politica dell’Università di Bologna e volto noto della tv, commenta in esclusiva per Notizie.com gli ultimi eventi.
“E’ stata una giornata ricca di manipolazioni, di dichiarazioni strampalate, di tentativi di giustificare l’ingiustificabile: far cadere un governo in una fase delicatissima per il Paese e per l’Europa è una scelta sbagliata. E ancora peggio è far ricadere la responsabilità sugli altri, in un momento in cui una persona come Draghi era una delle poche in grado di portare avanti la situazione. Già stiamo assistendo – dichiara in esclusiva a Notizie.com – e continueremo ad assistere al teatrino dei politici che tenteranno di far passare il messaggio che è la gente a non capirli. Quando in realtà sono loro a manipolare gli altri”.
Mattarella ha parlato di responsabilità per il bene del Paese.
“Ho apprezzato molto le sue parole. L’invito al prossimo Governo a continuare a seguire il tracciato di Draghi: sia sul fronte della lotta alla pandemia, sia in termini economici e di ripresa del Paese. Mattarella è stato durissimo e conciso. In modo che non cia spazio ad altre interpretazioni. Anzi, spero che sia il miglior viatico per la creazione di un nuovo Governo: il meno peggio possibile”.
Cosa dovremmo attenderci nei mesi che ci separeranno dalle elezioni?
“Possiamo aspettarci di tutto. Sono sicuro che accadranno tante cose, anche ciò che vorremmo evitare di vedere, ma sono altrettanto certo che sia necessario andare alle urne. E spero che ci si vada con una legge elettorale decente, anche se ormai il tentativo di riformarla è fallito. Adesso mi affido alla capacità di alcuni dirigenti politici, e ce ne sono, di organizzare una campagna elettorale adeguata. Dando agli elettori informazioni, una prospettiva e una visione del futuro. Alcuni sanno farlo”.
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla creazione di coalizioni impensabili: prima il governo gialloverde, poi quello giallorosso. Dobbiamo abituarci ad altri accordi di questo tipo?
“Probabilmente si. Questo è quello che la democrazia parlamentare in alcuni casi può passare. Da noi i partiti sono disorganizzati. Sono personalistici, sono legati a circostanze e non a visioni comuni o culture politiche. Meglio le ideologie del vuoto di idee nel quale proliferano i germi della disgregazione e del caos. In una situazione del genere dobbiamo aspettarci qualcosa di brutto.
Chi rischia di più?
“Rischia di più la sinistra, che deve mettere insieme più organizzazioni personalistiche e fare i conti con un centro destra più aggressivo e vorace. Voglio vedere come Letta riuscirà a cavarsela in una situazione così”