Milano, dolore e rabbia da parte dei vicini per quanto riguarda la morte della piccola Diana, abbandonata per giorni dalla madre senza possibilità di essere nutrita né altro
C’è tristezza e tantissima rabbia a Milano dopo la notizia della morte della piccola Diana, la bambina di 18 mesi che è morta dopo essere stata lasciata da sola in casa dalla madre che l’ha completamente abbandonata per sei giorni. Senza possibilità di essere nutrita né altro. I vicini sono ancora sotto shock per quello che si è verificato e non riescono a darsi spiegazioni. O forse sì visto che tutti hanno puntato il dito contro la madre, Alessia Pifferi, che ha confessato alle forze dell’ordine di aver abbandonato la propria figlia.
A Ponte Lambro sono tutti tristi per la scomparsa della piccola. In particolar modo una anziana signora che adesso, quando vede la bomboniera che ha ricevuto proprio dalla madre, piange a dirotto proprio perché le ricorda la piccola. “Non posso pensare che sia successa una cosa così tremenda“. Sul cancello nero della casa di via Parea sono stati messi dei palloncini dalla signora Gianna con su scritto: “Piccola Stella” con un cuoricino accanto.
Milano, vicini di casa sotto shock per la morte di Diana
In questo momento la madre, Alessia Piffari, dopo aver confessato alle forze dell’ordine di avere abbandonato la propria figlia, si trova in carcere. L’accusa è grave visto che si parla di omicidio pluriaggravato. Da molti viene descritta come una persona schiva e che non dava molta confidenza. Al piano terra della stessa palazzina, invece, vive una famiglia molto numerosa con nipoti e tantissimi bambini.
“Non giocava mai con lei, non la portava quasi mai a passeggio e la teneva sempre nel passeggino. In questi giorni non abbiamo sentito nulla, neanche un lamento“. Chi, invece, ha visto la madre e la piccola qualche volta camminare con il passeggino ha dichiarato: “Una bambina molto magra e che sembrava più piccola dell’età che aveva. Ubbidiva molto alla madre. Bastava uno sguardo e lei si zittiva subito. Non la sentivamo mai piangere“.