L’appuntamento del 25 settembre sarà molto probabilmente uno spartiacque tra un prima e un dopo nella politica italiana. Molti deputati e senatori dovranno lasciare il loro posto nelle liste per via dei limiti di mandato e della riduzione del numero dei parlamentari
Saranno molti i volti celebri del mondo delle istituzioni che non si rivedranno in Parlamento dopo le elezioni del 25 settembre. Come riportato dal Corriere della Sera, alcuni usciranno volontariamente, non presentandosi nelle liste elettorali.
Tra loro Pier Luigi Bersani, ma anche Roberto Giachetti, oggi deputato di Italia Viva (ex vicepresidente della Camera) e probabilmente Adriano Galliani, che è tornato da amministratore delegato del Monza in Serie A e si starebbe preparando a lasciare il suo seggio a Palazzo Madama, rinunciando a far parte delle liste di Forza Italia. I tetti fissati dalle forze politiche riguardo i mandati (deroghe a parte) sono d’altronde due per il M5S, tre per il PD, quattro per Forza Italia, senza contare il nodo della riduzione del numero dei parlamentari.
Chi rischia di uscire dal Parlamento
Ecco dunque la lista dei “big” che rischiano di scomparire liste secondo il Corriere della Sera: per quanto riguarda il PD, potrebbe non farne parte Piero Fassino, Barbara Pollastrini (sei legislature), Roberta Pinotti (cinque) e Marianna Madia (tre). Inoltre superano il tetto dei mandati Luigi Zanda (cinque), Andrea Marcucci (quattro) e Francesco Verducci (tre). Forza Italia è probabilmente il partito che subirà il più clamoroso restyling dalla fondazione del partito ai giorni nostri: a seguito dell’addio volontario dei ministri uscenti Renato Brunetta e Mariastella Gelmini (più Mara Carfagna con un piede e mezzo fuori), rischiano pure l’ex ministra Stefania Prestigiacomo (sette legislature) e l’ex presidente del Senato Renato Schifani (sei). In bilico anche Simone Baldelli, Catia Polidori, Elvira Savino e Renata Polverini. In riferimento al M5S, Paola Taverna è una delle “vittime” della tagliola dei due mandati, così come Roberto Fico, Danilo Toninelli, Carlo Sibilia, Vito Crimi e Alfonso Bonafede. Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, il problema è quello delle caselle da riempire, perché verosimilmente porterà in Parlamento più eletti dell’ultima volta. Nella Lega si aprirà la riflessione sui posti da tagliare, con il caso controverso del fondatore del partito, Umberto Bossi.