Hacker russi, ennesimo attacco all’Italia: scatta l’allarme

Non si tratta affatto della prima volta che gli hacker prendono nel mirino l’Italia: arrivano altre minacce nei confronti del nostro paese. Scatta un vero e proprio allarme.

Il nostro paese è ancora nel mirino da parte degli hacker russi. Come riportato in precedenza non si tratta affatto della prima volta che si verifica un episodio del genere. Anche perché, questa volta, la situazione è preoccupante visto che hanno inquadrato un obiettivo ben preciso.

Hacker russi pronti ad attaccare i siti del nostro paese
Attacco hacker russo all’Italia (Ansa Foto)

Pochi mesi fa entrarono nel sito dell’Agenzia delle Entrate, violando il profilo da parte di un utente. Questo è quello che emerge da parte della Polizia Postale. Anche se si sta ancora verificando il tutto.

li hacker di LockBit hanno pubblicato una serie di screenshot per quanto riguarda l’attacco. Nel frattempo, la stessa Agenzia, ha voluto emanare una nota ufficiale in merito a quello che si sta sentendo proprio nelle ultime ore: “In riferimento alla notizia apparsa sui social, l’Agenzia delle Entrate precisa di aver immediatamente chiesto un riscontro e dei chiarimenti a Sogei, società pubblica interamente partecipata dal ministero dell’Economia che gestisce le infrastrutture tecnologiche dell’Amministrazione finanziaria, che sta effettuando tutte le necessarie verifiche”.

Hacker russi attaccano Agenzia delle Entrate, la nota ufficiale

Hacker russi pronti ad attaccare i siti del nostro paese
Attacco hacker russo all’Italia (Ansa Foto)

Non è finita qui visto che, in merito a questa vicenda, ha voluto dire la sua anche Pierluigi Iezzi, che fa parte del CEO di Swascan polo della cybersicurezza del Gruppo Tinext. Queste sono state alcune delle sue parole: “LockBit ha pubblicato nel dark web la notizia di aver sottratto tramite malware 78 GigaByte di dati dalla Agenzia delle Entrate.

Intimando un ultimatum di cinque giorni per il pagamento del riscatto per la restituzione di documenti, scansioni, rapporti finanziari e contratti, di cui presto verranno pubblicati degli screenshot esemplificativi del materiale rubato. Nel caso in cui tutto questo non si dovesse verificare allora la consueta minaccia è quella di pubblicare i dati disponibili”. 

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