Condanna di 2 anni per l’ex portiere: “Era in auto esanime”

Aveva perso conoscenza al volante della sua auto, con il motore acceso, nel parcheggio di un centro commerciale. Dal tribunale è arrivata la condanna a 24 mesi di reclusione con la condizionale

Due anni di carcere con la condizionale. Questa la condanna ricevuta da Hope Solo, quarantenne ex portiere della Nazionale femminile di calcio degli Stati Uniti, selezione con la quale ha disputato complessivamente 202 partite, vincendo tra le altre cose una Coppa del Mondo e due medaglie d’oro alle Olimpiadi. È stata lei stessa a dichiararsi colpevole di guida in stato di ebbrezza davanti al procuratore distrettuale della contea di Forsyth per un fatto accaduto quattro mesi fa. L’episodio risale infatti allo scorso marzo, quando l’ex giocatrice è stata trovata priva di sensi al volante della sua auto, con il motore acceso, nel parcheggio di un centro commerciale a Winston-Salem.

Tribunale
Tribunale negli Stati Uniti (Ansa)

Insieme a lei in macchina c’erano anche i suoi due figli gemelli, di due anni. A seguito dell’arresto l’ex giocatrice si era rifiutata di sottoporsi al test dell’etilometro e la polizia ha chiesto e ottenuto un mandato per il prelievo di un campione di sangue. Dai risultati delle analisi che ne sono conseguiti è emerso che Solo aveva una concentrazione di alcol nel sangue tre volte oltre il limite legale, con la presenza di Thc.

Condanna di due anni per Hope Solo

Hope Solo
Hope Solo, ex portiere della nazionale statunitense (Ansa)

La sentenza ha dunque stabilito che Hope Solo dovrà trascorrere 30 giorni in una struttura di riabilitazione e durante i due anni di libertà vigilata dovrà consultare un esperto in dipendenze, rispettando qualsiasi trattamento sarà imposto dal tribunale. Ovviamente la patente di guida le è stata ritirata e dovrà inoltre pagare una sanzione pecuniaria di 2.500 dollari, più altri 600 dollari per le spese dei test di laboratorio. Ritirate invece le accuse nei suoi confronti di abuso di minori e resistenza a pubblico ufficiale, secondo quanto riferito dal suo avvocato Chris Clifton al Winston-Salem Journal. In un comunicato diffuso dopo la sentenza, l’ex giocatrice si è detta orgogliosa di come lei e suo marito hanno cresciuto i figli durante la pandemia, riconoscendo tuttavia che “è stato incredibilmente difficile” e di avere “commesso un grave errore“: “Di certo, il peggior errore della mia vita. Ho sottovalutato quale parte distruttiva della mia vita fosse diventata l’alcol. Il vantaggio di fare un errore così grande è che le lezioni difficili vengono apprese rapidamente. Imparare queste lezioni è stato difficile e, a volte, molto doloroso“.

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