Quello del 25 settembre sarà un voto “storico”: come sarà il Parlamento

Rispetto al voto del prossimo 25 settembre, una cosa è già certa rispetto al Parlamento che ne uscirà. Le due camere saranno molto “dimagrite”, di oltre il 30% dei parlamentari. 

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(Ansa)

Mentre il governo è alle prese con il disbrigo degli affari correnti, dopo le dimissioni del premier Draghi, sappiamo già per certo che il prossimo voto del 25 settembre avrà delle caratteristiche che lo renderanno senza dubbio un voto “storico”. Le due camere che si insedieranno dopo il voto, infatti, saranno molto più leggere di tutte quelle precedentemente avute nell’Italia repubblicana.

La riforma costituzionale che ha visto il varo nell’ultima legislatura, nell’ottobre 2020, voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle come uno dei veri e propri cavalli di battaglia del soggetto politico lanciato anni fa da Beppe Grillo, ha infatti ridotto da 630 a 400 il numero dei deputati, e da 315 a 200 quello dei senatori. In tutto, i parlamentari saranno quindi 600, a cui vanno infine aggiunti i senatori a vita, di cui ad oggi ne sono in carica sei, più altri cinque al massimo che può nominare il capo della Stato.

Parlamento: come sarà e con che legge elettorale si vota

Una situazione insomma che senza dubbio modificherà molti aspetti delle tradizionali dinamiche parlamentari. Se infatti da un lato c’è chi sostiene che la democrazia perderà valore e forza, dall’altro c’è chi al contrario esulta per via di una bella “scossa” che il Parlamento si troverà affrontare dopo anni in cui è stato tacciato di inefficienza e di un cattivo lavoro per il bene e gli interessi del Paese.

Già nei giorni scorsi si è infatti spiegato come la riduzione dei seggi in Parlamento determinerà senza dubbio l’esclusione di buona parte degli attuali deputati e senatori. Gli unici ad aumentare infatti il numero reale di parlamentari sembrerebbe essere, stando agli attuali sondaggi, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, mentre tutti gli altri vedranno una vera e propria cura dimagrante tra loro fila. Primo su tutti, lo stesso Movimento 5 Stelle, autore della Riforma costituzionale, che vedreà probabilmente dimezzare i propri rappresentanti.

Mentre manca solo un mese alla presentazione delle liste, il 21 e il 22 agosto, la fibrillazione è quindi forte. L’altra certezza, infine, riguarda la legge elettorale: si voterà infatti con la vecchia regola che unisce collegi uninominali al proporzionale, meglio nota come “Rosatellum”. Un sistema elettorale misto in cui i seggi verranno attribuiti per un terzo in collegi uninominali e per due terzi in collegi plurinominali piccoli con liste bloccate.

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