L’attacco durissimo del direttore del quotidiano La Verità contro “l’accozzaglia dem”, colpevole di ordire “trame anti-italiane”.
“De Benedetti rinnega sé stesso sulla guerra in Ucraina, chiede un nuovo comitato di liberazione nazionale dalla Meloni ed evoca agitazioni nel Dipartimento di Stato americano”. Questa la sintesi di quanto l’ex patron di Repubblica, ora editore di Domani, starebbe compiendo in queste ore e che il direttore Belpietro mette in fila punto per punto in un editoriale.
“Nonostante nel corso degli anni abbia accumulato più insuccessi che successi”, scrive Belpietro con tono durissimo, “non rinunzia mai all’idea di rimettere in riga gli altri. E ovviamente lo fa con la tipica arroganza di chi è certo di saperla più lunga di tutti”. Belpietro mette così in fila tutti quelli che giudica come veri e propri insuccessi che avrebbero costellato la carriera imprenditoriale dell’ingegnere, nonostante la narrazione compiuta dal quotidiano fondato da Scalfari che per anni ha gestito dall’alto nel ruolo di editore.
“Ingegnere, mi dia retta: si prenda una pausa”
“La modestia del resto non è mai stata il suo forte”, verga Belpietro mentre mette in fila uno per uno tutte le “più famose cantonate”, tra cui “Fiat, Sme, Banoc Amvrosiano, Olivelli, Sgb, Sorgenia”. L’attacco di Belpietro si origina dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera dallo stesso De Benedetti, in cui afferma che nel caso di vittoria di Giorgia Meloni il Paese correrebbe il pericolo più grave della storia repubblicana, in particolare per il rischio di rottura delle alleanze internazionali.
“In pratica, contro le camicie nere, Cdb propone la grande ammucchiata: l’arco prostituzionale“, sono le parole scritte da Belpietro a pagina 3 del quotidiano da lui diretto, ricordando che “poche settimane fa, a mettersi fuori dalla tradizionale collocazione internazionale era stato lui stesso”, criticando l’invio delle armi Usa a Kiev, e domandando: “Noi cosa c’entriamo?”. “Ingegnere, mi dia retta: si prenda una pausa”, conclude così Belpietro. “La democrazia saprà fare a meno di lei”.