Letta smentito dai numeri, è il Pd il partito più filo-russo

Al Parlamento europeo i dem hanno votato il 22% delle volte per misure favorevoli allo Zar. La Lega? Soltanto il 17%

E poi dici che non rimani di stucco e ti sorprendi. A spiegarlo con i numeri e non con le chiacchiere è il quotidiano Libero. Dati che sembrano incontrovertibili: il Pd in Europa è più putiniano della Lega. Lo “dicono i numeri, non la vodka calda delle Feste dell’Unità” scrive il giornale. E ora chi lo dice al compagno Letta che dagli “occhi di tigre” è passato alla figura di pollo? Il Pd in Europa è più filo-russo di Salvini, i cui “europarlamentari negli ultimi tre anni hanno votato il 17% delle volte a favore di provvedimenti legati alla Russia contro il 22 dei Dem e del Movimento Cinque Stelle, che a Bruxelles fanno parte rispettivamente dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta”.

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Il segretario del Pd Enrico Letta (Ansa)

In vetta alla classifica dei più filo-Putin resta la Marine Le Pen, che dal 2019 a oggi si è schierata con la Russia nell’81% dei casi. E di nuovo attenzione: “il Pd ha votato provvedimenti pro-Putin tanto quanto, udite-udite, il partito del mostro Viktor Orbán – Fidesz – il premier ungherese che i Dem associano con disprezzo a giorni alterni e giornali unificati a Salvini e alla Meloni”. I numeri, dicevamo. Sono stati analizzati dalla piattaforma specializzata VoteWatch.eu, e tengono conto di 280 provvedimenti votati dal parlamento europeo. Carta canta.

“Caro Letta parlano i fatti. Pd e 5Stelle sono i partiti italiani che in Europa hanno votato più di tutti a favore di atti pro-Putin”

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Tracollo Pd nel Lazio: i dem perdono in tutti i capoluoghi (ANSA MASSIMO PERCOSSI)

Nmeri, non chiacchiere, si diceva. Li ha pubblicati su Twitter Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, che ha dato al compagno Enrico una bella stoccata: “Caro Letta parlano i fatti. Pd e 5Stelle sono i partiti italiani che in Europa hanno votato più di tutti a favore di atti pro-Putin. Le illazioni giornalistiche lasciano il tempo che trovano. Il governo Draghi di unità nazionale è caduto per colpa della sinistra“. Che dire: c’è da scommetterci che la notizia troverà ampio spazio oggi sulla Stampa e Repubblica, dove fino a ieri hanno campeggiato le “Ombre russe“, la richiesta di Letta alla Lega di dire “la verità», il “Russia-gate“, “Le notizie vere, i servi sciocchi e gli utili idioti” ha tuonato nell’editoriale il direttore del quotidiano di Torino Massimo Giannini: “L’enorme rilevanza politica di questi fatti“, “le relazioni pericolose in politica estera“.

Il governo Draghi che non è caduto perché Draghi è stato sgambettato da Conte e non perché il Pd s’ era messo in testa l’idea meravigliosa di proseguire a oltranza sulla legalizzazione della cannabis e la ius schoale che, si capisce, rientravano nei provvedimenti di emergenza nazionale. No: Draghi se n’è andato perché lo ha ordinato quel matto di Vlad tramite i suoi emissari, e i ministri della Lega se ne sono andati perché così ha ordinato il Cremlino, ma i ministri della Lega invero sono ancora lì. Mistero. Resta ancora in sottofondo l’affannosa ricerca dei famosi 49 milioni passati per via Bellerio, ma da qui al 25 settembre c’è tempo.

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