Durante il volo di ritorno dal Canada, Papa Francesco come suo solito interviene a 360 gradi rispondendo alle domande dei giornalisti. Parlando delle voci sulle sue dimissioni, di un possibile viaggio in Ucraina e anche delle prossime elezioni italiane. Con un appello ai partiti che ne usciranno vincitori.
Nel Paese del Nord America Bergoglio ha incontrato le comunità indigene e ha chiesto loro perdono per le pratiche di assimilazione culturali nelle scuole residenziali cattoliche. Momenti di festa e gioia comune si sono registrati in queste giornate, caratterizzati da incontri con il premier canadese ma anche e soprattutto con i rappresentanti indigeni. Nel volo di ritorno in Vaticano, c’è così stata l’occasione di affrontare tutti i temi più scottanti dell’attualità vaticana e non solo.
Dimissioni, salute, elezioni italiane: il Papa a ruota libera
Tra questi, difficile non affrontare la questione di un possibile passo indietro, come fatto dal suo predecessore Benedetto XVI, che ha preso banco nelle scorse settimane. Un’idea che Bergoglio ha affermato, a suo avviso, non essere “una catastrofe” perché “si può cambiare Papa, non c’è problema”. Tuttavia “sarà il Signore a dirlo”. “La porta è aperta, è una opzione normale, ma fino a oggi non ho bussato a questa porta”, ha affermato Francesco, ammettendo al contempo di non potersi muovere “con lo stesso ritmo dei viaggi di prima”.
“Credo che alla mia età e con questa limitazione devo risparmiare un po’ per poter servire la Chiesa”, ha proseguito. “Devo limitarmi un po’ con questi sforzi”, visto inoltre che “l’intervento chirurgico al ginocchio non va” perché “c’è tutto il problema dell’anestesia”. “Io ho subito dieci mesi fa più di sei ore di anestesia e ancora ci sono le tracce”, e “non si gioca, non si scherza con l’anestesia”, spiega. Per quanto riguarda invece le caratteristiche vorrebbe che avesse il suo successore, “questo è un lavoro dello Spirito Santo”, risponde. “Io non oserei mai pensare… Lo Spirito Santo questo lo sa fare meglio me, meglio di tutti noi”.
Nel viaggio però c’è anche spazio per parlare delle prossime elezioni italiane. “Io non voglio immischiarmi nella politica interna italiana”, spiega fin da subito. Tuttavia, entrando nel merito della caduta di Mario Draghi, sottolinea: “Nessuno può dire che il presidente Draghi non fosse un uomo di alta qualità internazionale. É stato presidente della Banca (Centrale Europea). Ha fatto una buona carriera. Io ho fatto una domanda soltanto a uno dei miei collaboratori: dimmi, quanti governi ha avuto l’Italia in questo secolo? Lui mi ha detto 20. Questa è la mia risposta…”. A questo punto, l’appello alle forze politiche con due parole, secche: “Responsabilità. Responsabilità civica”.