Le parole di Davide Crippa, ex sottosegretario grillino allo Sviluppo economico nel governo Conte uno, nonché ex capogruppo alla Camera, che suggellano l’abbandono del Movimento 5 Stelle.
“È una casa che non riconosco più, non ne capisco le logiche”, è la frase più forte dell’intervista rilasciata da Crippa al Corriere della Sera. Crippa ha infatti scelto di lasciare il M5S proprio nel giorno in cui viene confermata la regola dei due mandati, sottolinea il quotidiano di Via Solferino.
I più maligni, ovviamente, come lascia intendere tra le righe anche l’incipit del Corriere, potrebbero vedere questa coincidenza come semplicemente una mossa volta a preservare la propria posizione politica, per continuare cioè la propria attività puntando a una posizione parlamentare, o come direbbero i grillini dei primi tempi, per conservare la “poltrona”.
Crippa sui 5 Stelle: “Non comprendo più la strategia”
“Il problema non è la discussione che abbiamo visto in questi giorni sul vincolo dei due mandati, soprattutto per un movimento che ha derogato a molte altre regole, ma ciò che il M5S oggi è o vuole essere, una casa che non riconosco più”, risponde lo stesso Crippa al Corsera, che nel momento in cui gli si fa notare che è sempre stato descritto come molto vicino a Grillo, risponde: “Non mi sento tradito, semplicemente non comprendo più la strategia e le logiche che guidano certe azioni”.
Molti infatti si chiedevano come sarebbe finita la Regola dei due mandati nel Movimento grillino, e oggi si presentano le prime risposte. Certo è che le decisioni di coloro che oggi abbandonano i 5 Stelle difficilmente sono fatte a cuore libero. Semplicemente, però, coloro che intendono continuare la loro carriera politica in seguito all’esperienza pentastellata non avrebbero comunque altra scelta. Tuttavia Crippa esplicita altre ragioni legate alla sua decisione.
“Sono in una fase di riflessione profonda. La scelta che mi sono visto costretto a fare pesa molto. Vediamo cosa accade nei prossimi giorni”, dice Crippa interpellato sul suo futuro, e nello specifico con chi si candiderà. Per quanto riguarda invece quello che a suo avviso è stato il più grande errore della gestione Conte, la risposta è chiara: “Disfare il progetto del campo largo riformista e progressista e la consegna della testa di Draghi alla destra”.