Il liberista Oscar Giannino invia una lettera aperta a Giorgia Meloni in cui le domanda quali siano le sue idee sull’economia e sul mercato, su temi come industria e tasse, pensioni e globalizzazione. La risposta del senatore meloniano sull’Europa è estremamente chiara.
Giannino, in passato promotore del partito “Fare per fermare il declino”, poi inabissato a causa della vicenda della laurea falsa presentata del giornalista economico, sul quotidiano Il Foglio ha provato a scrivere alla leader del primo partito italiano per chiarirsi le idee riguardo alle posizioni della Meloni in economia.
“Lo scenario, oggi, non è del tutto improbabile e vale dunque la pena farsi quella domanda. Se la destra dovesse vincere le elezioni”, esordisce Giannino sul quotidiano diretto da Claudio Cerasa. “Se Giorgia Meloni dovesse risultare come la guida riconosciuta della coalizione. Se la leader di Fratelli d’Italia dovesse finire alla presidenza del Consiglio. Se tutto questo dovesse accadere, che cosa rischierebbe l’economia italiana?”, è la domanda che si pone l’analista economico, che rivela di conoscere bene Giorgia Meloni, tanto che anche il suo matrimonio in Campidoglio.
Il senatore Fazzolari: “Occorre rivedere Maastricht”
“Le ho sempre riconosciuto una grande determinazione nel non piegarsi a Silvio Berlusconi e a Matteo Salvini, neanche quando il suo partito era agli inizi ed era ancora molto giù nei consensi”, spiega, addentrandosi nel cuore della questione. Politiche economiche: tasse, spesa pubblica, sussidi alle imprese, questione euro, e poi il Pnrr. Come la Meloni ha intenzione di affrontarli?
Una buona parte delle risposte sono contenute nell’opuscolo “Appunti per un programma conservatore”, distribuito durante la seconda giornata della Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia di Milano. In questo sono indicati “apertura culturale, politica e strategica verso le classi dirigenti, i capitani coraggiosi dell’imprenditoria, gli spiriti liberi della cultura e tutte le categorie sociali della nostra Italia”.
Per il resto, al centro c’è il tema della legge elettorale. In Italia, a regole vigenti, il programma vero di un governo si fa solo dopo le elezioni tra chi ha la maggioranza convergente sull’idea di condividerne l’esperienza, e a quel punto si fa una verifica reale e seria dello stato della finanza pubblica che si eredita e si formulano le vere priorità”, spiega a Giannino il senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari.
“Certamente siamo in un quadro di emergenza persistente, se non in via id un nuovo aggravamento per le nuove prospettive di stagflazione che rimbalzano sulla scena internazionale”, continua il senatore. “Bisogna prepararsi affinché al tavolo delle nuove regole l’Italia insieme ad altri paesi dell’Unione europea sostenga in maniera seria e argomentata la necessità di superare i vecchi criteri numerici di Maastricht, e mi scusi ma a dirlo non è mica Fazzolari: centinaia di serissimi economisti europei cari alla sinistra lo sostengono da anni”.