Tredici anni fa uno squalo toro gli ha staccato di netto un braccio e una gamba. A partire da allora Paul De Gelder ha lottato per difendere questi animali: “Passare del tempo con loro insegna a superare pregiudizi, a andare oltre le proprie paure”
Era l’11 febbraio 2009. Quel giorno Paul De Gelder ha dovuto fare i conti con il proprio incubo, quello di essere attaccato da uno squalo. È sempre stata la sua paura più grande e ricorrente, tanto che nei suoi allenamenti che l’avevano portato a diventare un nuotatore professionista si immaginava di avere dietro uno squalo a inseguirlo. E il destino alla fine ha fatto in modo che questo accadesse davvero, con uno squalo toro di dieci metri che gli ha staccato un braccio e una gamba mentre stava lavorando come sommozzatore nella marina militare americana. Un momento delicatissimo, di cui ha parlato più volte negli ultimi anni.
Questo suo parlarne è stato un modo per esorcizzare le sue paure e iniziare una nuova carriera televisiva, a sorpresa vissuta proprio per difendere questo maestoso animale. Allo squalo ha anche dedicato un libro, in cui lancia l’allarme e invita a far cadere i pregiudizi: “Stavo svolgendo una missione di routine – ha detto a The Guardian – dovevo testare un nuovo equipaggiamento dell’unità subacquea dell’antiterrorismo. È arrivato da dietro, sbucato dal buio, abbiamo stabilito un contato visivo per qualche secondo dice poi mi ha staccato, con un solo morso, un braccio e una gamba“.
Dalla paura alla conoscenza
Paul è riuscito in qualche modo a riprendere i sensi e a raggiungere la sua imbarcazione: “Ho cominciato a chiedere perché fossi stato attaccato, mi hanno spiegato che lo squalo pensava probabilmente che fossi morto, o forse che ero una gigantesca foca. Poi hanno cominciato a chiamarmi in tv, e per non fare la figura dello stupido, ho continuato a studiare seriamente gli squali“. Ed è così che è diventato un loro grande difensore: “Passare del tempo con gli squali, imparare a conoscerli, è una cosa che cambia la vita. Insegna a superare pregiudizi, a andare oltre le proprie paure“. E anche a dare delle indicazioni nel malaugurato caso in cui ci si dovesse imbattere in acqua in uno di loro: “Cercate di guardarlo negli occhi, sostenete il suo sguardo, gli squali se ne rendono conto, sono dei cacciatori opportunisti, non vogliono battersi o lottare, se non si può fare altrimenti, mettetegli la mano sulla testa e spingetelo via. E poi raggiungete la riva il più velocemente possibile“.