Il quotidiano Il Giornale fa un’analisi del momento che stanno vivendo i Dem di Letta alla ricerca di alleanze per fermare la destra
Un seggio da parlamentare val bene un rigassificatore. O anche due o tre. I rosso-verdi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli continuano ad alimentare il bluff sulla trattativa con il Pd per entrare nell’alleanza di centrosinistra, con l’obiettivo, scrive il quotidiano Il Giornale, di ottenere un po’ più di posti. L’incontro di ieri sera con Enrico Letta si è concluso prendendo tempo, tanto per restare ancora un po’ sui media e aumentare le difficoltà del Pd che vorrebbe chiudere il puzzle dei collegi. Ma le munizioni sono scarse. Anche perché la formidabile coppia ha un handicap di partenza: per presentare la propria lista hanno bisogno dell’esenzione dalla raccolta delle firme, operazione proibitiva nei pochi giorni che restano. La garanzia è stata concessa dal capogruppo di Leu Federico Fornaro, ma sulla base “di un patto preciso“, viene ricordato, ossia l’alleanza col centrosinistra.
Se i due tradissero il patto e decidessero invece di accoppiarsi, come minacciano, con M5s (che peraltro non sembrano proprio interessatissimi, con Giuseppe Conte che li accusa di «usarci per ottenere qualche seggio in più»), il Pd ha già fatto sapere che «c’è il rischio che qualcuno presenti un ricorso», mettendo la loro lista a rischio di esclusione dalla campagna elettorale. Insomma, la posizione negoziale dei «cocomeri» non è proprio fortissima.
Letta: “Voglio fortissimamente un accordo politico con loro”
Letta, alla vigilia dell’incontro che si è tenuto ieri sera, faceva il magnanimo: «Voglio fortissimamente che riusciamo a concludere l’accordo, e le modalità le discuteremo insieme. Ovvio che nei collegi uninominali andranno anche candidati loro, ma non i leader politici». Bonelli e Fratoianni se la vedranno dunque sul proporzionale, con la speranza di raggiungere il quorum. Poi potranno proporre dei nomi, possibilmente di qualche appeal, da mettere nei collegi in bilico in cui un apporto di sinistra potrebbe dare qualche chance in più di vittoria. Per il resto, si lavora ad un documento comune che spieghi le motivazioni dell’alleanza.
Il Pd fa mostra di grandi aperture sui “temi sociali“, ma non può certo smentire gli impegni già presi con Carlo Calenda sui temi della “agenda Draghi”, dal sì alle infrastrutture come rigassificatori e termovalorizzatori alla linea di politica estera che vede l’Italia a fianco di Europa e Stati Uniti nel supporto anche militare all’Ucraina aggredita dal macellaio russo Putin. Quindi si lavora su arzigogoli bizantini, con Bonelli e Fratoianni pronti a dire sì ai rigassificatori “momentaneamente necessari“, purché sul “modello Ravenna“, e non su quello di Piombino, per imperscrutabili ragioni. La questione verrà risolta con accorati appelli alle “energie rinnovabili” come unica vera alternativa green, e con l’esclusione di ogni menzione dell’alternativa nucleare.