Elezioni, Calenda si sfila, addio Letta

Il leader di Azione ha chiuso la porta alla coalizione messa insieme dal Partito

democratico, appena il segretario ha chiuso l’accordo con Sinistra Italia e Verdi

Entra, esci, entra ed esci ancora. Stavolta definitivo. Un accordo con le porte girevoli. Carlo Calenda ha detto basta e alla fine ha salutato Letta e il Pd. Il leader di Azione ha chiuso la porta alla coalizione messa insieme dal Partito democratico. Lo ha detto a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata su Rai3. “Ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza“. Boom. Carlo Calenda, ha una parola sola e la vuole rispettare. Aveva avvisato Letta e i suoi collaboratori (Franceschini in primis) che se il Pd avesse chiuso un accordo con Fratoianni e Bonelli avrebbe salutato tutti. E così ha fatto.

Letta e Calenda
Letta e Calenda (Ansafoto)

Il motivo della scelta è semplice come era altrettanto semplice e chiaro che Calenda si sarebbe sfilato. Era prevedibile e da un certo punto di vista, è quasi sorprendente che Letta e i suoi collaboratori si siano sorpresi. “Il motivo? Non intendo andare avanti con l’alleanza con il Pd. Non mi sento a mio agio, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica“, così Carlo Calenda ha motivato la sua decisione.

“Letta era l’unico se si aggiungono altri, saluti e baci a tutti”

Il leader
Stazione di Padova , conf stampa del leader di Azione Carlo Calenda (foto Ansa)

C’erano due pulsioni una a fare un accordo di governo, l’altro a fare il comitato di liberazione nazionale. Ha prevalso il secondo. L’ho comunicato adesso a Dario Franceschini.  E’ stata una scelta sofferta ma non avrei saputo come spiegare una scelta diversa agli italiani. Serv un minimo di coerenza valoriale, non si può fare un’alleanza “contro”. Questa comunanza la sento con Letta ma non con gli altri”.

A questa proposta si sono aggiunte personalità che italiani non vogliono più vedere“. Calenda ha poi aggiunto che “è arrivato di tutto, Di Maio, Di Stefano…”. E ancora: “Ho sbagliato, ho commesso l’ingenuità di pensare che il Pd fosse pronto a fare una ‘Bad Godesberg‘, che avrebbe rappresentato la sinistra”, ha concluso un amareggiato Calenda

 

 

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