Ha fatto molto discute e indignare la storia dell’affare “Prosek”, il vino croato con la pretesa di chiamarsi come il nostro Prosecco, tanto da fare richiesta di ufficializzazione del marchio all’Unione europea. Come è andata a finire?
Nel 2013 il Ministero dell’agricoltura croato depose presso l’Unione europea la domanda di riconoscimento del marchio “Prosek” per denominare e proteggere con indicazione geografica il loro vino tipico. Le reazioni dal mondo italiano del Prosecco non hanno certamente tardato ad arrivare. La richiesta è rimasta pendente fino a settembre 2021, quando è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE.
Secondo qualcuno, se questo vino fosse riconosciuto come tale, si verrebbe a indebolire il sistema di tutela del Prosecco italiano ma anche di tutte le IG europee. In prima linea nel contestare e contrastare la domanda corata ci sono i tre Consorzi di Asolo Prosecco DOCG, Conegliano Valdobbiadene DOCG e Prosecco DOC. Assieme a loro si sono schierate in difesa del prodotto Made in Italy le maggiori istituzioni come il Mipaaf.
I consorzi del vino nostrano con le bollicine più bevuto al mondo hanno già provveduto ad agire in sede europea, depositando un’opposizione in quanto soggetti aventi legittimo interesse nella questione.
“Non è una questione economica, si tratta di salvaguardare i principi che sono alla base del sistema delle Indicazioni Geografiche. A essere sotto attacco non è solo il nostro prodotto, ma l’interno mondo delle Denominazioni di Origine“, così hanno commentato all’unisono i presidenti dei tre Consorzi.
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Prosecco e Prosek: come è andata a finire?
A seguito dell’opposizione depositata dai Consorzi di tutela italiani, adesso l’ultima parola spetta alla Commissione europea, la quale dovrà decidere in ultima istanza sulla validità della domanda croata.
“La Commissione europea ha la possibilità di dimostrare in modo tangibile il valore che attribuisce alle IG europee e ai presupposti costitutivi su cui si basano“, commenta Stefano Zanatte, Presidente di Sistema Prosecco e del Consorzio di Tutela Prosecco DOC.
Elvira Bortolomiol, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene conferma le aspettative di tutti gli attori coinvolti e le speranze riposte nella risposta europea:
“Siamo soddisfatti perché sono state messe in atto le misure di contrasto necessarie al fine di proteggere il nostro nome. L’impegno e la fatica dei viticoltori del Conegliano Valdobbiadene non possono essere minacciati, e nemmeno un prodotto simbolo del Made in Italy. E’ stato un lavoro importante che non si fermerà qui e che ci ha permesso di evidenziare ancora una volta l’unicità di questo prodotto e delle sue colline, oggi riconosciute patrimonio Unesco.”
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