L’ex ds Sabatini si confessa: “Tifo Roma, ma sarò sempre grato a Lotito”

Il vecchio dirigente parla a trecento sessanta gradi e dice tutto: “Allegri era giallorosso. Pallotta? Meglio sorvolare”

Il dirigente
L’ex direttore sportivo di Inter, Roma e Bologna Walter Sabatini (Getty Images)

Una sorta di poeta finito quasi per sbaglio nel calcio. Per molti è una specie di scienziato pazzo, per altri un vero profeta del pallone. La verità è che Walter Sabatini difficilmente riuscirà mai a mettere tutti d’accordo. C’è chi lo detesta e chi lo adora, come se si trattasse di un giocatore da milioni e milioni di euro. E lui su questo, è davvero bravo, a scovare il talento, farlo prendere a pochi euro e poi a farlo crescere e valorizzarlo. In questo nessuno gli può dire nulla, anche perché la sua carriera alla Lazio, alla Roma, all’Inter e al Bologna è costellata di successi e anche di cose non andate a buon fine. Come del resto tutti i direttori sportivi.

E’ bravo a trovare i giocatori, ma anche a parlare e raccontare la sua esperienza e tanti aneddoti. Nonostante sia stato in diverse squadre non solo grandi, ma anche piccole, tipo l’Arezzo (dove ha commesso qualche sbaglio e ha pagato prima con la radiazione poi cambiata in squalifica a tempo), non ha mai nascosto il suo “amore” per la Roma. “Se ci tornerei? Che domanda è – si chiede Walter Sabatini mentre parla e si racconta in esclusiva a Radio Radio -, sono, resto e sarò sempre tifoso della Roma come mio figlio, ma non credo che ci sia mai la possibilità di un ritorno. Fidatevi”.

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“Zhang un semidio in Cina, nauseante la sua ricchezza”

José Mourinho Roma
José Mourinho perde 3-0 contro il suo passato: nel 2010 aveva vinto il Triplete alla guida dell’Inter (Getty Images)

Sulla possibilità di tornare in giallorosso, Sabatini prosegue e ci tiene a specificare una cosa: “Maturale che ci tornerei ma nessuno pensa di farmi tornare alla Roma e in nessun momento c’è stato un avvicinamento neanche timido nei miei confronti, cosa che capisco molto bene perché ormai il calcio tende a individuare i nuovi dirigenti con altri metodi: anche loro ora sono frutto di algoritmi. Io come persona non voglio essere “vittima” di un algoritmo“ E ci mancherebbe, ma vuole sottolineare che “se non fosse stato per Lotito, magari non sarei rientrato nel calcio”.

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E sul patron laziale insiste: “Lotito devo dire che è il miglior presidente in assoluto, perché io contestualizzo le cose. Lotito era il presidente della Lazio quando la Lazio era alle soglie del tribunale. Da lì, con le sue intuizioni e con il suo coraggio l’ha portata in una dimensione che potrei dire europea e, con un po’ di presunzione, dico anche con il mio contributo di quegli anni, in cui siamo riusciti ad arrivare ai preliminari di Champions con una squadra costruita con i prestiti e i parametri zero. Su Pallotta devo sorvolare anche se mi ha fatto lavorare alla Roma“. Si sofferma su Zhang che l’ha avuto come presidente, seppur per poco: “In Cina è un semi-Dio, ha una potenza economica nauseabonda

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