Uno studio ha chiarito che le persone guarite possono sviluppare alcuni disturbi anche dopo anni: ecco quali.
Non è più solo il rischio del contagio e l’eventuale tampone positivo al Covid a preoccupare. Smaltita la malattia, c’è infatti una lunga schiera di persona che affermano di avere ancora disturbi.
Il Long Covid, ormai entrato di diritto nel vocabolario della pandemia, è stato immediatamente etichettato così, ed è studiato per capire quegli effetti che nel breve e nel lungo periodo continuano a creare disagi a molte persone. In tal senso tente equipe di medici e scienziati hanno provato ad avviare approfondimenti basati sulle esperienze e sui sintomi di molte persone. Anche dopo diversi mesi dalla guarigione. Un maxi studio, che di recente e in maniera molto approfondita ha esaminato alcune esperienze dopo il contagio e che è stato condotto su più di un milione di persone, ha stabilito che in molti casi i disturbi possono durare anche fino a 2 anni. Ecco di cosa si tratta e quali sono i sintomi.
Covid, alcuni disturbi possono durare anche dopo 2 anni
Un dato non proprio rasserenante emerge emerge da un maxi studio pubblicato su ‘The Lancet Psychiatry’, condotto su oltre 1,25 milioni di persone con diagnosi di Covid messo alle spalle. Gli scienziati, dopo aver esaminato molte cartelle cliniche, hanno determinato che in molti casi si osserva la cosiddetta “nebbia cognitiva”. Si tratta di disturbi come psicosi, demenza, ma anche rischio di ansia e depressione, soprattutto nei soggetti più adulti.
La variante Delta in tutto ciò ha lasciato rischi ed effetti maggiori rispetto alla Alfa, mentre per ciò che riguarda i ceppi successivi, gli scienziati dell’Università di Oxford nel Regno Unito non hanno ancora evidenze. Arriva quindi l’appello a supportare la ricerca ma anche il personale medico e tutti quegli operatori che provano a gestire i riflessi dei problemi dopo il contagio. Sarebbero tanti i casi di persone che anche dopo due anni continuano a lamentare disturbi in alcuni casi anche molto pesanti. Un dato, questo, da non sottovalutare, e che di certo dovrebbe spingere la scienza ad approfondire il Long Covid e a capirne meglio gli effetti per verificare se ci sia un modo per prevenirli.
