Migliaia di italiani ci sono cascati, una vicenda che è stata scoperta qualche tempo fa, con l’Antitrust che se ne era occupata e aveva sanzionato
Una proposta pazzesca e imperdibile, un affare, insomma. Un concetto di “costo zero” legato all’automobile che aveva attirato tante persone. Ma alla fine era un raggiro che ha ingannato migliaia di cittadini e automobilisti. La presunta truffa è stata scoperta qualche tempo fa. Peraltro dopo che l’Antitrust era già intervenuta e aveva già sanzionato il gruppo che proponeva questo affare. Poi è addirittura intervenuta la Procura della Repubblica di Roma. I reati contestati non sono solo la truffa, ma anche l’evasione fiscale e l’autoriciclaggio. Il processo è iniziato poco prima della pausa estiva. A centinaia i presunti truffati che si sono già costituiti parte civile.
Ma in cosa consisteva questa truffa o raggiro? Sostanzialmente si poteva guidare un’auto gratis, ospitandovi in cambio messaggi pubblicitari. Il meccanismo contestato dagli inquirenti era stato ideato da Vantage Group. Sembrava tutto molto conveniente nello slogan “auto a costo zero” o “no cost”, si diceva nella pubblicità e nel lancio che, naturalmente, aveva attirato tante persone.
Tante, troppe le persone truffate che si sono rivolte all’autorità giudiziaria
I presunti truffati avrebbero pagato tanti soldi allettati dalla promessa dell’auto gratis. Circa 6-7.000 euro di servizi giustificati dall’allestimento della pubblicità, oltre ad acquistare l’auto rigorosamente bianca. Nell’accordo, Vantage avrebbe dovuto corrispondere al consumatore 60 rate mensili di importo variabile tra i 340 e i 440 euro, quale rimborso del prezzo di acquisto del veicolo, nonché una quota delle spese per carburante e assicurazione.
Secondo l’Autorità, la società avrebbe diffuso sul web informazioni ingannevoli nella promozione delle offerte; in sostanza, a fronte della suggestiva promessa relativa alla possibilità di acquistare un’automobile ‘a costo zero’ o fortemente ridotto, grazie alla corresponsione agli aderenti di un rimborso fisso mensile. Ma tutto ciò esponeva i consumatori a ingenti e immediati esborsi al momento dell’adesione all’offerta e, dall’altro lato, li induceva a ritenere contrariamente al vero che il vantato rimborso mensile derivasse da un’attività economica reale che avrebbe consentito loro nel corso del tempo di recuperare quanto versato per l’acquisto dell’auto. Ma alla fine non andava così. Mai.