“Da oggi il mondo è un posto migliore…”, insulti vergognosi dopo la morte di Ghedini

A poche ore dalla scomparsa del senatore di Forza Italia, il web si è scatenato con pensieri che ne infangano la memoria

Una di quelle cose sudice, senza senso e vergognose, soprattutto quando una persona non c’è più. Così, le decine e decine di persone non pensanti che da ieri si stanno scatenando su Twitter alla ricerca del commento più becero per “salutare” la tragica notizia della morte di Niccolò Ghedini, scomparso a 62 anni all’ospedale San Raffaele di Milano per via delle complicanze di una leucemia, altro non sono che l’ennesima riprova del fatto che i social siano dei contagiosi veicoli d’odio.

L'avvocato
Il senatore di Forza Italia Niccolò Ghedini morto per una malattia (foto Ansa)

Perché chi mai si sognerebbe di commentare in pubblica piazza una notizia del genere con frasi tipo: “È morto #Ghedini e il mondo è un posto migliore“, o “Almeno con le sue ceneri la natura farà qualcosa di utile“, o ancora “A volte se ne vanno anche i peggiori”. Per non parlare dei riferimenti alla sua carriera politica in Parlamento con Forza Italia e dei suoi stretti legami professionali e personali con Silvio Berlusconi: “Aveva già il record di assenze, oggi ha voluto strafare“, “È morto Ghedini. Fuochino“, “Da anni combatteva insieme a un male incurabile“. Scritte e pensieri inaccettabili nei confronti di una persona che non c’è più.

Il web sporca la morte di una persona come Ghedini

Il presidente
Il presidente Silvio Berlusconi addolorato per la morte dell’amico Niccolò Ghedini (foto Ansa)

Una vergogna dopo l’altra. Ma in generale, siccome l’idiozia non ha bandiera, forse di fronte a casi simili (non è la prima volta e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima) bisognerebbe non già appellarsi all’Articolo 21 della Costituzione e alla libertà di parola, quanto piuttosto al fatto che, spesso sotto pseudonimi o con l’ausilio di account fake, le persone diano sfogo alla loro vera natura.

La mancanza di qualsiasi freno inibitorio e del timore di un giudizio sociale “tangibile” permette ai singoli di mostrare al mondo il loro grado di pericolosità, e ci fornisce una consapevolezza in più del fatto che, magari in fila al supermercato o alla posta, magari nel posto di fianco al cinema o in un viaggio in ascensore, possiamo trovarci di fronte a sconosciuti totalmente estranei ai canoni minimi di civiltà, come lo sono il rispetto per la morte e per il dolore di chi resta

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