Guerra civile a un passo: la polizia assedia la casa del presidente [VIDEO]

Momenti di tensione e di vera paura con le forze dell’ordine che sono in stato di allerta per sedare e tranquillizzare la gente scesa in piazza

Situazione incandescente in Pakistan, dove il paese è sul rischio di una guerra civile. L’ex presidente Imra Khan, destituito ad aprile, è stato formalmente accusato di terrorismo e potrebbe essere arrestato a momenti dal Governo. Motivo? Che ha minacciato di denunciare la polizia e la magistratura pakistana, Una posizione esplosiva anche perché tanti sostenitori del vecchio presidente sono scesi in massa in strada per protestare contro questa iniziativa da parte del Governo. Tanti infatti sono andati sotto la casa di Imra Khan per evitare che la polizia esegua questo arresto.

La guerra
La protesta per proteggere l’ex presidente Imra Khan (twitter)

Una nazione vicina al baratro. Imra Khan voleva portare il Pakistan al Brics, l’associazione di cinque paesi, tra cui Russia, Cina, Brasile e India, che come scopo principale hanno la de-dollarizzazione del mercato finanziario globale. In questi ultimi mesi, Il paese è al limite del default. I prezzi dei carburanti sono aumentati in maniera spropositata a causa della guerra in Ucraina  e la rupia è estremamente in calo. Inoltre, anche sul piano politico la situazione è allarmante.

La storia di Khan e la protesta che si potrebbe allargare

La protesta
Il Pakista è sull’orlo di una guerra civile (twitter)

Ad aprile, il Primo Ministro Imran Khan è stato deposto per sfiducia dal parlamento e la sua carica è stata assunta da Shehbaz Sharif, leader dell’opposizione, colui che ha accusato l’ex presidente di terrorismo, il quale guiderà il paese fino alle prossime elezioni, programmate per l’ottobre 2023. Khan si è scagliato contro questa decisione, affermando di essere vittima di un complotto ordito dagli americani. L’ex primo ministro riscuote ancora ampi consensi da parte della popolazione, organizzando manifestazioni dalla grande partecipazione. Khan presenta un’iniziale carriera tutt’altro che politica; egli è, infatti, un ex campione di cricket. La sua ascesa politica risale agli anni ’90, quando fondò il Movimento per la Giustizia del Pakistan.

Nel 2018, è stato eletto primo ministro del Pakistan, ottenendo ben 178 voti. Le premesse espresse da Khan durante la campagna elettorale erano positive e incoraggianti: combattere la corruzione, la povertà e risollevare l’economia del paese.  Purtroppo, nessuno di questi obiettivi è stato portato a termine: l’economia ha continuato a calare e la corruzione non si è fermata. Inoltre, Khan si è spesso scontrato con l’esercito, esercitando un grande ascendente sul paese. La scelta di Khan di avvicinarsi alla Cina e di allontanarsi dagli Stati Uniti è stata duramente criticata dall’esercito. Attualmente l’inflazione è aumentata del 12,7% e il debito estero è di 130 miliardi di dollari. Per fronteggiare la crisi economica, il paese ha chiesto un prestito al Fondo Monetario Internazionale; tale prestito continua, però, ad essere ritardato. Una triste e turbolenta storia quella del Pakistan, un paese fragile dal punto di vista economico e critico in fatto di diritti umani. In questo presente, tutt’altro che roseo, vi è la speranza che qualcosa cambi, soprattutto per la popolazione, ormai stanca di questa precarietà.

 

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