Elezioni, fischi a Letta e al Pd al meeting di Rimini

I leader, tranne i 5 stelle, per parlare di energia, istruzione e lavoro L’applausometro premia la Meloni, contestato il segretario Dem

Primi confronti, primi fischi e applausi. Da Matteo Salvini a Giorgia Meloni, da Maurizio Lupi ad Antonio Tajani, da Enrico Letta a Luigi Di Maio e fino ad Ettore Rosato, prima del dibattito, non sembravano proprio 7 amici al bar per un caffè prima del dibattito anche se poi sul palco Letta e Meloni hanno chiacchierato coprendosi la bocca per non far leggere il labiale a chi li osservava con curiosità. Non invitato Giuseppe Conte: “Evidentemente io e il M5s non siamo potenti e accreditati a partecipare a un incontro in cui sono stati invitati tutti i leader. C’è una conventio ad excludendum, ce ne faremo una ragione, giudicheranno i cittadini. Spero che non sia fortunata per chi la utilizza“. Non ha scaldato la platea l’intervento del leader di Impegno civico Di Maio che ha aperto il dibattito dedicando un pensiero agli imprenditori per poi passare al reddito di cittadinanza: “Sono contrario ad abolirlo per disabili ed inabili” ammettendo però che “gran parte del sistema dei centri per l’impiego ha fallito“.

I leader
I leader dei partiti poco prima dei loro interventi al Meeting di Rimini (foto Ansa)

È la mia prima volta al Meeting” ha esordito la leader di Fdi riscuotendo calorosi applausi dalla platea. “L’errore del reddito di cittadinanza è che ha messo sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo, ovvero lavoro e assistenza” ha detto, convinta che il Rdc vada abolito e vada ripensata la tassazione, “Il lavoro ha sempre una dignità. Io sono stata insultata per anni perché ho fatto la cameriera ma non sapete quanto mi ha insegnato fare quel lavoro, molto più che stare in Parlamento“. Sulla stessa linea il segretario della Lega, Salvini: “Il 70% di chi ha cominciato a prendere il reddito di cittadinanza nel 2019 lo sta prendendo ancora adesso. Nove miliardi di euro di costo in un anno, una parte di questi soldi potrebbe essere meglio reinvestita in chi prende l’assegno unico“.

Ignorato Di Maio, applausi scroscianti per la Maloni, contestato Letta

Il leader
Il segretario della Lega Matteo Salvini (foto Ansa)

La riforma del Rdc è un punto importante per il segretario dem che ha sottolineato la necessità di pensare a nuove misure contro la povertà, mentre il presidente di Italia viva, Rosato, ha replicato che il Rdc “è profondamente sbagliato perché la povertà non si combatte con i soldi, ma richiede un insieme di servizi che solo enti locali e Terzo settore insieme possono garantire. Il Rdc ha rotto il meccanismo per cui il lavoro è un diritto ma anche un dovere, dobbiamo uscire dalla cultura dell’assistenzialismo di Stato“. Meloni ha parlato poi di presidenzialismo provocando un’ovazione della platea: “Bisogna rimettere il cittadino al centro delle scelte, qui abbiamo avuto Parlamenti che hanno fatto il contrario. Serve stabilità e questa si ottiene creando un legame diretto tra cittadini e governo. Io ritengo che una modifica costituzionale in Italia sia molto utile. Lo dico a Letta che è molto affezionato a questo Paese: la Francia non mi sembra impresentabile“. Ma Letta ha attaccato assicurando che si impegnerà per rafforzare la centralità del Parlamento opponendosi al presidenzialismo che lo indebolirebbe.

Il leader del Nazareno ha cercato di recuperare con il solito ritornello degli aumenti di stipendio per gli insegnanti, senza dire dove troverà i soldi per farlo, oltre ad una mensilità in più a tutti i lavoratori, poi però ha ritirato fuori l’idea bislacca, copiata dai francesi, di rendere gli asili nido e la scuola dell’infanzia obbligatori oltre ad allungare l’obbligo scolastico fino alla maturità. Proposte che hanno scatenato una reazione parecchio arrabbiata della sala che ha fischiato perché non ha apprezzato l’ipotesi di allontanare i bambini dalle loro famiglie e l’eliminazione della libera scelta dei genitori visto, tra l’asilo o tenere il proprio figlio a casa. Come anticipato da La Verità, quella fascia d’età dei piccoli è molto delicata, rappresenta un momento cruciale per forgiare la mente del bambino ma soprattutto non serve che la crescita dei piccoli sia un affare di Stato. Lupi, capo politico di Noi moderati, ha spostato l’attenzione sui docenti: “Teniamo conto che i nostri insegnanti sono valorizzati meno che negli altri Paesi. Invece dare dignità al lavoro, come all’educazione, sono punti di partenza fondamentali, anche per la natalità nel nostro Paese“. Rosato si è detto convinto che “nel sistema scolastico, e aggiungo sanitario, italiano sia fondamentale il rispetto del principio della sussidiarietà e non tollero le battaglie ideologiche contro il principio costituzionale della sussidiarietà“.

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