Sono parte delle risorse che sono state spese per le Olimpiadi di Cortina per il 2026, ma sembrano soldi sprecati
Ricordate gli irresistibili bobbisti giamaicani? Non avevano mai visto la neve, erano stati coinvolti da un miliardario eccentrico e si divertivano un sacco in quello sport che non c’entrava niente con la loro storia. Non arrivavano alla ventina. Noi ce l’avremmo, la storia. Scritta da campioni indimenticabili in inverni gonfi di neve. Anche i bobbisti nostrani, però, sono ormai rarissimi: diciassette in tutta l’Italia. Più una ventina di giovani che praticano slittino e skeleton. Domanda: vale davvero la pena di spendere 85 milioni di euro (cinque a testa) per dare loro una pista su cui allenarsi e correre qualche rara gara? Si chiede il Corriere della Sera. Sono ormai cinque anni che Cortina d’Ampezzo, il Veneto e quel pezzo di Paese convinto che prima di spendere una tombola per un progetto occorra fare bene i conti, sono spaccati.
E lo stesso presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, tirato in ballo da una lettera di Marina Menardi del Comitato civico di Cortina e da quanti si oppongono al ricchissimo investimento, ha preso posizione spiegando che sì, ovvio, se la Regione del Veneto costruisce un nuovo centro, questo sarà usato durante i giochi ma con una premessa: “La sostenibilità è una colonna portante dell’agenda olimpica 2020 (…) Per quanto riguarda la pista da bob, il Cio è stato chiaro nella sua posizione, ovvero che costruire una nuova pista a Cortina non è un requisito per i Giochi olimpici. Nessuna nuova infrastruttura dovrebbe essere costruita senza un piano operativo solido e sostenibile”.
Tante piccole polemiche stanno creando le Olimpiadi di Cortina. Il Cio vigilia
La cittadina ampezzana, seimila abitanti scarsi e in calo, per fare un esempio, può reggere il peso d’una gestione del nuovo impianto di 400.000 euro l’anno? Mah… Se lo chiedeva nel 1955 un innamorato di Cortina, Indro Montanelli, sul Borghese dell’amico Longanesi, a proposito del palazzo del ghiaccio: «Costa un miliardo e 200 milioni di lire (una ventina di milioni di euro oggi, ndr ) e sarà capace di ottomila spettatori. Lei mi dirà che ottomila spettatori non saranno difficili da raccogliere, fra tanta gente che verrà quassù nel periodo delle gare.
Gli ambientalisti del Mountain Wilderness Italia, proprio alla vigilia dell’arrivo a Cortina del governatore veneto Zaia per presentare il suo libro “Ragioniamoci sopra” (invito saggio), hanno rifatto i conti sull’operazione Olimpiadi complessiva: “Il totale delle spese previste per gli impianti nel 2019 era di 177.551.574 dollari. I conteggi presentati sono in euro, le due monete viaggiano su una quasi parità del valore della valuta. Il conto reale a luglio 2022 è salito a 2 miliardi 302.384.733 euro. Negli Extra spese rientrano il Mountain media Center, 1.187.120 dollari, la cerimonia di apertura altri 1.402.960, quella di chiusura 1.141.680». Per non dir dei danni ambientali. A partire dalla distruzione di un piccolo parco urbano appena fatto e del parco avventura costruito a ridosso della vecchia pista di bob e costato allora un pacco di euro con «percorsi attrezzati da un albero all’altro per adulti, ragazzi e bambini, con 145 attraversamenti da un albero all’altro sempre diversi“