Dopo 4 anni le accuse di violazione della privacy, condividendo con una società esterna i dati di milioni di iscritti
Il caso Cambridge Analytica è chiuso. Con un accordo dell’ultim’ora, Facebook ha acconsentito a chiudere dopo 4 anni la causa per un risarcimento per aver consentito l’accesso ai dati privati di decine di milioni di utenti.
Meta, la società madre di Facebook, ha in linea di principio risolto per una somma non rivelata una causa legale di lunga data. Il caso era emerso nel 2018 dopo un articolo dell’Observer che riportava le rivelazioni di un informatore della società di analisi del Regno Unito. Una denuncia che aveva costretto l’amministratore delegato Mark Zuckerberg a testimoniare davanti al Congresso ed era costata all’azienda una multa di svariati miliardi di dollari. Alcuni giorni dopo la pubblicazione dell’articolo, il prezzo delle azioni di Facebook era crollato con una perdita di 100 miliardi di dollari.
L’accordo mette al riparo Zuckerberg e il direttore operativo uscente di Meta, Sheryl Sandberg, da una nuova testimonianza che si sarebbe dovuta tenere il 20 settembre. Lo scorso anno Facebook ha pagato 4,9 miliardi di dollari alla Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti per chiudere con un accordo la procedura contro Zuckerberg sempre per il caso Cambridge Analytica.
Facebook ha raggiunto un accordo preliminare tramite una class-action
L’accordo preliminare raggiunto da Facebook in una class action davanti al tribunale di San Francisco prevede una sospensione del procedimento per 60 giorni ma non indica l’importo o i termini della negoziazione. Nella causa avviata nel 2018, un gruppo di utenti di Facebook accusava il social network di aver violato le regole sulla privacy condividendo i propri dati con terze parti, inclusa l’azienda Cambridge Analytica, che era collegata alla campagna presidenziale di Donald Trump del 2016.
Cambridge Analytica – oggi chiusa – aveva raccolto e sfruttato, senza il loro consenso, i dati personali di 87 milioni di utenti di Facebook, a cui la piattaforma aveva dato accesso. Queste informazioni sarebbero state utilizzate per sviluppare software per influenzare gli elettori statunitensi a favore di Trump. Da quando è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica, Facebook ha rimosso l’accesso ai suoi dati da migliaia di app sospettate di abusarne, ha limitato la quantità di informazioni disponibili per gli sviluppatori e ha reso più facile per gli utenti calibrare le restrizioni sulla condivisione dei dati personali.