L’ex Re dei bomber, in occasione del suo docufilm “Fuorigioco, una storia di vita e di sport”, esalta il centravanti laziale: “Appena arriva a 188 gli darà il testimone”
E’ stato uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio italiano. In serie A ha segnato 188 reti con le maglie di Foggia, Lazio, Sampdoria e Bologna, ma è stato anche un uomo perseguitato dalla giustizia, e nella maniera più feroce e cattiva che ci possa essere. Gli piaceva giocare, scommettere su ogni cosa, lui lo faceva in modo lecito, magari esagerando, ma su questa cosa e, soprattutto sul suo nome, è stata costruita una montagna di melma e accuse che sono cadute e decadute dopo dieci anni di fango.
Però lui era Beppe Signori, quello per cui i tifosi impazzivano e gli dedicavano il coro “E segna sempre lui”, per i magistrati e procuratori dell’epoca era un’occasione ghiotta per dare all’inchiesta un nome di spicco. Ma le prove non c’erano, solo la parola di alcuni personaggi che, col tempo, si sono dimostrati dei veri e propri “cialtroni” come è scritto nella sentenza di assoluzione. Il suo, quello di Beppe-gol, è un vero e proprio esempio di malagiustizia. In occasione della proiezione a Villa Ada del suo docufilm “Fuorigioco, una storia di vita e sport“, Notizie.com l’ha incontrato (VIDEO DELL’INTERVISTA QUI SOTTO) e Signori ha parlato un po’ di tutto della sua storia, che conoscono tutti, ma anche di attualità, dei suoi sogni e di Ciro Immobile: “Sarò presto allo stadio Olimpico per salutare i tifosi della Lazio che ho nel mio cuore, ma anche per omaggiare e celebrare un campione come Cito Immobile”.
“Vorrei tanto allenare, ma nessuno mi chiama perché nonostante sia stato assolto resta sempre quell’alone, quell’ombra di quello che si comprava le partite”
Oltre all’assoluzione totale nel processo penale sul calcioscommesse, il 1 giugno del 2021 è arrivata anche la grazia della Federcalcio, visto che Beppe Signori, nonostante non ci fossero prove, era stato comunque radiato. Aveva preso da poco il patentino da allenatore, quello più importante di Coverciano, ma dopo la grazia, nessuno l’ha chiamato: “A me piacerebbe tanto trasmettere la mia voglia e la mia passione, ma nessuno mi ha mai contattato, forse do fastidio, il mio nome, anche se sono stato assolto da tutto, è ancora associato a quello delle scommesse illegali. Mi dispiace, ma devo andare avanti“.
“Ora aprirò una mia Accademia e nel nome di sarà il 188, i gol che ho realizzato in serie A – racconta Beppe a Notizie.com – tanto che appena Immobile arriverà a quel traguardo mi piacerebbe esserci perché a quel punto mi avrebbe superato del tutto, già l’ha fatto con la Lazio, e quando accadrà sarà all’Olimpico per celebrare Immobile e, perché no, fare una sorta di passaggio di consegne”.