Covid, alla scoperta della variante Centaurus: sintomi e rischi

Covid, tutto quello che serve sapere in merito alla variante Centaurus: dai sintomi fino ad arrivare all’incubazione e vaccino passando per i possibili rischi

Quali sono i sintomi della variante Centaurus
Covid, preoccupazione per la variante Centaurus (Ansa Foto)

Il Covid e le sue innumerevoli varianti continuano (purtroppo) il loro cammino. Una situazione che sembra davvero non finire mai. Adesso, a preoccupare il nostro paese ed il resto del mondo, c’è anche la variante Centaurus. A quanto pare, in questo autunno, c’è un serio rischio che ci possano essere molti contagi per via di questo virus. Molti, però, non conoscono affatto di che cosa si tratta e soprattutto quali sono le varianti.

Per chi non lo sapesse si tratta della mutazione BA.2.75 di Omicron. In poche parole “una variante della variante“. Il primo caso al mondo è stato rilevato in India nei primi mesi del mese di maggio. Successivamente si è diffusa in altri paesi come il Regno Unito, Australia, Germania, Canada e Stati Uniti D’America. A quanto pare ci si contagia anche in maniera abbastanza veloce rispetto alle altre varianti ed è in grado di produrre varie mutazioni.

Variante Centaurus, quali sono i sintomi e come proteggersi

Quali sono i sintomi della variante Centaurus
Covid, preoccupazione per la variante Centaurus (Ansa Foto)

A quanto pare Centaurus sarebbe molto più capace di aderire alle cellule del corpo umano e quindi si tratterebbe di un virus molto più pericoloso. Non solo: per alcuni esperti potrebbe diventare addirittura dominante. Anche se i suoi effetti, in termini di aggressività, sono ancora da verificare. Per quanto riguarda i sintomi pare che non ci siano molte differenze rispetto alle altre varianti: febbre, mal di testa, tosse, affaticamento, naso che cola. Si può arrivare anche a delle complicazioni respiratorie acute.

In alcuni casi nei paesi citati in precedenza ci sono stati anche casi di perdita dell’olfatto e quella del gusto, oltre a episodi di vomito e diarrea. I primi studi rivelano che dopo 4-5 giorni i sintomi iniziano a scemare e che si può diventare negativi anche dopo 8 giorni. Un periodo decisamente più breve rispetto a Delta. Per potersi difendere non c’è nulla di diverso rispetto a quello che si sta ripetendo da più di due anni: vaccinazione, mascherine e igiene.

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