A 25 anni dalla morte della principessa gli interrogativi sull’incidente rimangono tanti, a raccontare l’episodio ci pensa una persona che ha vissuto la vicenda da vicino
Più di 20 lunghi anni da quel tragico incidente in cui Lady Diana, appena 36enne, perse la vita lasciando due bambini piccoli. Una morte sulla quale non c’è troppa chiarezza e che ha lasciato molte domande senza riposta.
In un’intervista esclusiva a Oggi ha narrato la vicenda Karim Kazi, 53 anni, oggi proprietario di un hotel in rue st.Honoré, in pieno centro di Parigi; parla per esperienza diretta visto che ha lavorato al Ritz di place Vendôme e si occupava degli spostamenti e della sicurezza dei clienti.
Karim Kazi: “Avevo detto di togliere di mezzo quell’auto”
“Ho imparato a non aver fretta“, dice Kazi. “Poche settimane prima dell’incidente ho dato le dimissioni dal Ritz e prima d’andarmene ho detto cose che a vent’anni di distanza si sono dimostrate vere: ossia che sarebbe successo qualcosa e avevo dato istruzioni perché non succedesse. Avevo detto che dovevano sbarazzarsi di un’auto, una Mercedes 280s. Non stava in strada. Sbandava sul bagnato. Era pericolosa. Sembrava maledetta, le aveva addosso tutte. E oggi sappiamo perché. Anni prima era stata rubata. I ladri erano usciti di strada, s’erano ribaltati e l’avevano abbandonata. Andava rottamata. Invece è stata sistemata ed è entrata nella flotta del Ritz. ‘Dovete sbarazzarvene’, dicevo. In parte mi hanno dato retta. La lasciavano in garage come estrema scelta. Finché, quella notte, il destino l’ha fatta uscire per l’ultimo viaggio“.
Sull’incidete Karim racconta: “L’ho saputo un paio d’ore dopo. In tv ho subito riconosciuto l’auto. È stato terribile. Ho visto avverarsi un presentimento. Ho visto compiersi un destino che poteva, anzi doveva essere evitato. Perché gli inquirenti non hanno mai parlato dell’auto? Non hanno parlato di molte cose, non so perché“. Alla domanda di un possibile complotto, che tutte le inchieste hanno smentito, lui sorride e commenta così: “Un complotto c’era. Ed era nella mente di Dodi Al Fayed. Diana non so. Ma Dodi e suo padre Mohammed erano in paranoia totale. Ossessionati dalla sicurezza. Come se si sentissero nel mirino; di chi non lo so. L’origine delle fortune di Mohammed non è chiara. Forse s’era fatto qualche nemico. Poi è arrivata Diana. Grande prestigio. E preoccupazioni enormi. Al Ritz la tensione era pazzesca“.