“I tanti infortuni? Colpa del caldo e del calendario fitto. Ecco chi rischia di più”

Il professor Stefano Salvatori, medico sportivo che ha lavorato con Lazio e Benevento, non ha dubbi: “Fino ai Mondiali sarà così”

In quattro giornate di campionato le squadre di serie A hanno accumulato una serie impressionante di infortuni muscolari. Di Maria, Pogba, Wijnaldum, Kumbulla, El Shaarawy, senza dimenticare Lukaku, Ranocchia, Berardi, Florenzi e Romagnoli. Chi può e chi meno, tutti i tecnici hanno dovuto fare i conti con una lunga serie di problemi fisici. Da cosa derivano tutti questi infortuni? Il calendario fitto, il caldo, la necessità di giocare gare così ravvicinate (a causa del Mondiale), hanno influito su questo numero così elevato di problemi fisici?

A sinistra il professor Salvatori. A destra gli infortuni di Berardi e Di Maria – Ansa –

“Non c’è dubbio. La chiavi di tutti questi infortuni sono le tante partite ravvicinate giocate in un periodo dell’anno in cui solitamente i fisici dei calciatori non erano così sollecitati”, dichiara in esclusiva a Notizie.com Stefano Salvatori, medico sportivo che ha lavorato con la Lazio e il Benevento. “I calciatori sono costretti a giocare tante gare e non riescono a recuperare: scendono in campo, non si allenano, viaggiano. Recuperano a fatica e il clima di questo periodo non aiuta. Il caldo umido, le temperature elevate e lo stress legato all’attività fisica, accentua tutti questi problemi. I Mondiali in Qatar hanno imposto questo tipo di calendario, che ha costretto a giocare continuamente e ha fatto riscontrare questo numero anomalo di infortuni in questa fase della stagione”.

La situazione era prevedibile?
“Ogni squadra ha allestito rose più larghe rispetto al passato, ma poi alla fine giocano quasi sempre gli stessi. Ad eccezione di pochi casi isolati, pochi club hanno fatto un turnover massiccio. I calciatori giocano tanto, si allenano poco, non riescono a recuperare, vanno in sovraccarico e alla fine si infortunano”.

Quando si tornerà alla normalità?
“Credo che fino al Mondiale, con la stagione organizzata in questo modo, i problemi resteranno gli stessi. Nessuno h cambiato la preparazione, forse è stata solo leggermente anticipata. La vera differenza la fanno le tante gare ravvicinate. I giocatori si allenano poco e non riescono mai a fare una settimana di lavoro tipo. E adesso per alcuni sarà ancora peggio”.

A chi si riferisce?
“Alle squadre che giocheranno le coppe. Alle gare ravvicinate si uniranno i viaggi lunghi che aumenteranno le difficoltà. Pensate ad un club impegnato in una trasferta internazionale: viaggi, fai un breve allenamento, giochi, riparti e subito prepari la gara successiva. E’ impossibile smaltire le tossine metaboliche. Soprattutto per quei giocatori che hanno un minutaggio elevato”.

Quanto influisce la temperatura attuale?
“Tanto. Anche se fortunatamente sono stati scelti orari giusti: le 18.30 e le 20.45. Il problema però non è solo l’orario della gara. Devi calcolare anche quando ti alleni. Se i calciatori scendono in campo per le loro sedute di allenamento in orari caldissimi ti predisponi all’infortunio in partita. O nello stesso allenamento. L’ideale sarebbe fare allenare i calciatori negli stessi orari delle partite, ma non puoi costringerli a lavorare in orari così scomodi”.

Il dottor Stefano Salvatori con Miroslav Klose – Facebook –

Cosa può fare un medico sportivo in modo preventivo?
“Utilizzare integratori con complessi multivitaminici o prodotti basilicanti, che alzano il ph e facilitano il recupero facendo abbassare l’acido lattico e stare attenti all’alimentazione. Ma sono due le cose fondamentali”.

Quali?
“Innanzitutto l’idratazione. Il medico può controllarla, magari facendo fare esami delle urine ogni mattina. I calciatori con un ph elevato sono sicuramente a maggior rischio infortuni. E poi bisogna educare i calciatori sull’importanza del sonno. Dormire bene e recuperare è ancora più importante del riposo e dell’alimentazione. Pensate ad un ragazzo che gioca una gara alle 20.45. La doccia, le interviste, la cena, i social: insomma prima che scarichino tutta l’adrenalina si arriva alle 4 di mattina. E si svegliano già stanchi. Chi dorme poco, rischia di più”.

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