La politica investe sempre più sui social: segno di scarsità di contenuti?

Per le prossime elezioni i politici stanno puntando, oggi come non mai, sulla comunicazioni mediata dai social network. 

politica social
(Ansa)

Hanno fatto inevitabilmente scalpore le comparsate di Berlusconi e Renzi sul social TikTok, frequentato principalmente dai più giovani e noto per il caricamento di divertenti e spensierati balletti o video simpatici. Tanto che, inevitabilmente, i commenti e le ironie sulla presenza dei due politici non si sono certo risparmiate. 

Lo sbarco di Berlusconi e Renzi e le cifre sui soldi spesi

Ironie condite, in alcuni casi, da vero e proprio astio da parte di alcuni giovani influencer che li hanno invitati persino a “lasciare questo posto”. Ma le sponsorizzazioni, ovvero la diffusione dei contenuti a pagamento, dei politici sui vari social continuano a crescere di giorno in giorno, specialmente su Facebook e Instagram.

Più ci si avvicina al voto e più i politici spendono denaro per fare in modo che i loro volti e le loro parole compaiano sui telefonini degli elettori. Complessivamente, riassume Il Sole 24 Ore, sono stati investiti dal 20 luglio ad oggi 1,2 milioni di euro, tutti con l’obiettivo di convincere gli elettori, e in particolare modo quelli più giovani, a votare l’uno o l’altro candidato.

Una politica che è perciò sempre più spettacolo, ma che lascia al contrario intendere una paura di perdere potere di condizionamento, e soprattutto consenso. In una società, quella digitale, in cui la diffusione di contenuti avviene sempre più dal basso, secondo una tendenza che ormai da tempo ha segnato la moda, il commercio e la cultura, ma che rischia di toccare, con maggiore ma forze inesorabile lentezza, anche la politica e i meccanismi di governo della cosa pubblica. 

Chi sono i politici che vanno meglio sui social dei giovani

Tuttavia, ciò che emerge dalle analisi di queste campagne elettorali social è perlopiù una mancanza di strategia unitaria e programmatica, che lascia spazio a una totale confusione di contenuti e interventi, lanciati nella rete uno dietro l’altro. Da Berlusconi e Renzi fino al Partito democratico, anche coloro che finora non avevano avuto il coraggio di presentarsi su TikTok hanno dovuto abbandonare ogni resistenza, e lasciarsi così andare, senza ritegno, consapevoli delle battute che gli sarebbero state loro riservate.

Anche perché, al contrario di loro, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Giuseppe Conte sono già presenti da tempo sul social di proprietà cinese. Tutti i politici italiani contano complessivamente un milione circa di follower, numeri non certo astronomici e che per più della metà appartengono al leader della Lega Salvini, colui che ha investito maggiormente in questo settore. Nello specifico, sono 7 milioni i seguaci di Salvini su TikTok e 2 milioni quelli invece di Conte.

La ragione dello sbarco su TikTok sarebbe però legata alla viralità dei contenuti stessi, più che al numero di fan che mettono mi piace alla pagina del personaggio specifico. Lo stile è segnato da semplicità di contenuti, pochi filtri ed elementi grafici, molti slogan e un tono, come sottolineato da molti, segnato da un certo “paternalismo”, risultato però perlopiù sgradevole per gli utenti. Che, abituati alla scanzonatezza della gioventù, si sono ritrovati sui propri schermi tutt’altre sensazioni.

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