Elezioni, “Questione di fiducia”: parola di Trochetti Provera

La pandemia è stata un incidente della storia. Ma con la guerra in Ucraina, le bollette alle stelle e un nuovo ordine mondiale servono unità e un cambio di paradigma

La potenza è nulla senza controllo. Lo slogan storico della Pirelli si attaglia perfettamente alla situazione in cui si trova oggi l’Europa e in un certo qual modo l’Italia: si può essere il mercato unico più ricco del mondo e il Paese più dotato di petrolio di carta, il risparmio, ma senza un progetto, “una strategia comune», che vada oltre i tornanti della cronaca non si va lontano. Nella sala riunioni della Bicocca, quartiere metafisico alla De Chirico, finalmente tornato ad essere un po’ più popolato rispetto ai terribili mesi del Covid, Marco Tronchetti Provera parla rilassato, senza il gessato d’ordinanza, e accenna anche qualche sorriso, nonostante la bolletta carissima che rischia di pagare il Paese, in termini di credibilità, con la fine dell’era Draghi e per il caro-energia. E nonostante la sconfitta dell’Inter alla prima in Champions League (“sono arrabbiatissimo“, confida l’acceso tifoso nerazzurro).

L'imprenditore
L’Amministratore Delegato di Pirelli Marco Tronchetti Provera (Ansa)

Il mondo va avanti, verso l’ennesima bufera a causa degli effetti della guerra in Ucraina. “Siamo al centro di una potenziale crisi ma come si svilupperà lo capiremo solo a novembre“, attacca l’amministratore delegato e vicepresidente esecutivo di Pirelli, lasciandosi anche a molte confidenze in questa intervista a Milano Finanza. A cominciare da una linguistica, che lo riguarda: “Lo sa che si può dire i pneumatici? Me lo ha confermato la Crusca“. Migliaia di giornalisti, le cui orecchie fanno ancora male per le relative tirate a causa dell’uso sbagliato dell’articolo, ringraziano. Ci sono troppe nuvole all’orizzonte, anche con l’aumento dei tassi deciso dalla Bce, che può complicare la situazione: arriverà davvero l’uragano? “La situazione reale vede un’Europa al centro di una potenziale crisi molto grave. Dovrà essere affrontata con un cambiamento strutturale e una strategia unitaria. L’Europa è una regione del mondo trasformatrice, la globalizzazione ha portato una crescita basata su materie prime a basso costo di cui il nostro continente è privo. Ora, a partire dal prezzo dell’energia, tutto cambia. I nuovi equilibri geopolitici mettono a rischio la regione del mondo più protetta socialmente e con gli standard di vita più elevati”.

“Serve una visione strategica condivisa che vada oltre all’emergenza”

Il pensiero imprenditoriale
L’imprenditore Tronchetti Provera (Ansa)

Se si sta meglio è più dura fare sacrifici, magari stando un po’ più al freddo e consumando di meno? “Esattamente. Il tema oggi è il cambiamento di paradigma, l’Europa può guardare a un futuro di continuità, di crescita e di tutela dei propri valori se riesce ad essere unita, sia a livello geopolitico sia come forza di mercato. Altrimenti sarà destinata ad avere più problemi degli altri Paesi mettendo a rischio la sua struttura sociale e con il prezzo più alto pagato dalle fasce più deboli. La reazione alla pandemia, con il Next Generation Eu e la messa in comune per la prima volta del bilancio europeo, ha mostrato una maggiore coesione, ma non basta: adesso bisogna mettere a fattor comune la forza di mercato di cui l’Europa può disporre”.

Può quindi servire un nuovo Recovery Fund per l’Energia? La bolletta del caro gas rischia di aumentare nell’Ue di 1.000 miliardi di euro all’anno. R. “Serve una visione strategica condivisa che vada oltre l’emergenza, con decisioni rapide. Già oggi l’accesso ai mercati finanziari che l’Europa può avere avviene a condizioni diverse rispetto a quelle in cui si è costruito il Next Generation Eu: l’euro si è indebolito e l’inflazione è una realtà”. Basta avere un progetto per scansare anche questa nuova crisi energetica? “No. Questo è un passaggio della storia, la pandemia è stato solo un incidente. Ci vuole un piano strategico per l’Europa e per l’Italia. Quello di oggi è un mondo polarizzato in cui dobbiamo capire chi vogliamo essere. È una scelta politica: cosa è l’Europa oggi e cosa sarà domani”.

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