Per anni ha approfittato della demenza senile dell’assistito per farsi nominare erede universale di tutti i suoi averi
La donna avrebbe raggirato un anziano imprenditore per farsi intestare una casa da oltre 2 milioni e 600 euro, facendosi anche nominare erede unico e universale. Per questo motivo, dopo la denuncia dei nipoti dell’anziano, è cominciato il processo ad un’infermiera con l’accusa di circonvenzione d’incapace.
La vicenda si sarebbe svolta tra il 2009 e il 2015 ai danni di un noto i prenditore sanitario che si era rivolto a degli assistenti ospedalieri per aiutare la moglie ricoverata in ospedale e successivamente morta.
Ingannato da chi aveva detto di aiutarlo
“Poteva anche regalarle borse di Luis Vuitton, tanto per lui era come regalare caramelle, ma un appartamento in Via delle Carrozze certamente no, anche se dopo la morte della moglie era molto cambiato”, queste le parole di una collaboratrice dell’imprenditore Mario D Carlo, morto nel 2017 ma che dal 2009 al 2015 aveva chiesto assistenza per la moglie dopo un ricovero ospedaliero e per questo aveva conosciuto l’infermiera Anna Placida Retta, ora imputata per circonvenzione d’incapace.
Un’accusa pesante
La donna è ritenuta responsabile di aver raggirato per sei anni l’imprenditore sanitario, approfittando della situazione, facendosi intestare un costoso appartamento nel centro storico di Roma dal valore di 2 milioni e 600 mila euro, una polizza assicurativa sulla vita da tre milioni di euro oltre a benefit settimanali anche da 125mila euro. In più, oltre ai regali che si faceva fare tra borse di lusso e altri oggetti firmati, avrebbe versato soldi anche sul conto corrente dei famigliari. Il processo è scattato dopo la denuncia dei tre nipoti dell’uomo, deceduto nel 2017 nel frattempo, messi in allarme della situazione dall’autista dell’imprenditore, Gino Cerrone, imputato a sua volta per essersi fatto intestare assegni da 75mila euro, ma pentitosi dopo aver compreso la gravità della situazione.
La demenza senile
Negli ultimi anni di vita, Di Carlo, probabilmente scosso per la morte della moglie, aveva cominciato a dare segni di demenza senile e proprio sfruttando questa particolare situazione di fragilità, l’infermeria, nel frattempo diventata assistente personale anche nella Rsa dove era stato ricoverato l’anziano, avrebbe approfittato della situazione per farsi nominare anche erede universale. I rapporti tra l’imprenditore e i suoi famigliari erano compromessi, per questo non si erano mai accorti di quello che stava accadendo durante la loro assenza.