Elezioni, Guerri: “Magistrati e Dem mineranno il nuovo governo”

Lo storico: “L’Italia sta perdendo la sfida della modernità Serve una destra capace di innovare e non di conservare”

Me ne frego” era il motto degli arditi di Fiume. Diventato fascistissimo, ma coniato da un genio che “fascista non era, ne abbiamo discusso per tre giorni durante la settimana dannunziana finita ieri qui a Pescara per concludere con il contributo dei massimi storici che Gabriele D’Annunzio non fu fascista“. Parola di Giordano Bruno Guerri al quotidiano La Verità, il Vittoriale fatto a persona. Storico, giornalista, divulgatore gentilmente al vetriolo quando serve, eretico sempre rispetto al luogo comune, considerato di destra, ma catalogarlo in uno schieramento è come pretendere di mettere confini al vento. D’Annunzio fu usato come simbolo dal regime. Basta, come nel caso della fiamma di Fratelli d’Italia, un simbolo per evocare il fascismo? “I simboli in quanto tali hanno un peso e un valore. Anche a me non piace quella fiamma perché è il simbolo di un partito che era molto più a destra di Fratelli d’Italia, quindi mantenerlo è come rimarcare quel passato. La Meloni non può cancellarlo adesso in campagna elettorale, né cedendo alle pressioni. Credo però presto verrà tolto“.

Lo storico
LO storico Giordano Bruno Guerri (Ansa)

Dunque l’abuso dei social deprime la capacità di guida della politica? Guidata dai chip la politica si fa cheap? “Di nuovo: sembra che si campi alla giornata. Adesso è scoppiato il problema del gas e delle bollette. Ma è una questione che era assolutamente evidente da mesi. Si sapeva che sarebbe successo, non a caso chi era competente ha avvisato per tempo e sono andati a cercare metano altrove. Ricordo bene i viaggi degli anni passati in Nigeria e in Libia alla ricerca del gas. E però sembra che l’abbiano scoperto adesso. Tutto questo dà un senso d’improvvisazione, di desolazione. Il fatto stesso che si discuta di fascismo e antifascismo è desolante. Non vedo nessun pericolo di fascismo, se per fascismo intendiamo una dittatura di destra che certamente non è nell’interesse di nessuno resuscitare. E se anche fosse l‘Europa non ce lo permetterebbe. Peraltro l’Europa è una falsa nemica. C’è sì un fascismo che dobbiamo temere: è quello delle multinazionali, delle grandi aziende di internet. È di questo tipo di potere assoluto degli algoritmi di oggi che si deve avere paura perché quello è il vero pericolo“.

“tenuta di un prossimo governo del centrodestra potrebbe essere minata dall’interno”

Giorgia Meloni al centro del dibattito politico – Ansa –

Pare che il centrodestra si avvii a vincere le elezioni e a fare il governo. Quell’Europa che non dobbiamo temere non si metterà di traverso? “La tenuta di un prossimo governo del centrodestra potrebbe essere minata dall’interno. I contrasti sono già abbastanza rilevanti e quando si tratterà di decidere i ruoli e prendere certe decisioni strategiche fondamentali c’è da sperare che il governo tenga, i rischi però che si sfarini sono molto alti. Certamente la magistratura interviene volentieri e la sinistra farà il suo lavoro. Cercherà, come peraltro è riuscita più volte, a impapocchiare, a produrre un’accozzaglia pur di smentire i risultati delle elezioni. Se accadrà non ci sarà nulla di nuovo sotto il sole. Per questo è importante la tenuta di un governo di destra che sono convinto sarà sorprendente a parte la possibile leadrship di una donna. Giorgia Meloni  il primo presidente donna con governo di destra. Sarà un governo sorprendente se come D’Annunzio saprà innovare. Lui non era di questo tipo di destra, la paura che mi fa questa destra è quando s’ ispira e pratica un conservatorismo spinto. Non bisogna conservare c’è da innovare. L’Italia ha bisogno di andare avanti velocemente perché sta perdendo la sfida della modernità sociale, tecnologica, negli studi. Serve una destra capace di guardare avanti“.

Ma c’è in Italia una destra così? “Ci deve essere. E si costruisce con l’attenzione all’individuo, alla libertà e alla valorizzazione dell’individuo che in Italia è venuta un po’ meno. Si parla sempre di massa; il populismo questo è: un pensiero indistinto verso una massa indistinta. Uno scatto in avanti è rivolgersi a delle grandi professionalità. Il prossimo deve essere un governo politico, ma dove i suggerimenti dei tecnici, i ruoli direttivi non politici, siano riservati a tecnici di grandi qualità. Se un timore sul governo di destra che si formerà può esserci è che esprima una classe dirigente non formata. La Lega ce l’ha e l’ha costruita nelle amministrazioni, Forza Italia ha una sua struttura, la squadra della Meloni non la conosciamo. Lì ci può essere un’incertezza. Ad esempio: chi sarà il prossimo ministro della cultura?

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