Il tanto atteso confronto tra il segretario del Partito Democratico e la leader di Fratelli d’Italia a 13 giorni dalle elezioni
A meno di due settimane dalle elezioni, ecco arrivare il tanto atteso confronto tra Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e della coalizione di Centrodestra, ed Enrico Letta, segretario del Partito Democratico. Dopo settimane di scontri a distanza, di tweet al veleno e di polemiche, i due politici leader delle due coalizioni più importanti, si affrontano in un faccia a faccia che si annuncia decisivo.
Il confronto si svolge sul sito internet del Corriere della Sera e avrà come arbitro il direttore Luciano Fontana. Il faccia a faccia seguirà regole precise: sulle modalità e sui tempi delle risposte, sui temi e sull’imparzialità. Si prenderà ad esempio ciò che accade da anni negli Stati Uniti. Proprio le regole contribuiranno a offrire agli elettori risposte chiare in un clima di e correttezza: ai due leader verranno poste un blocco di domande identiche e poi un blocco di domande specifiche. Diritto di replica assicurato e appello agli elettori in conclusione.
Diretta confronto Letta-Meloni
ORE 19:53 – Termina qui il dibattito tra Letta e Meloni.
Escludete categoricamente di fare un governo nazionale con vostri partiti?
Enrico Letta: “Non è possibile“.
Giorgia Meloni: “E’ una democrazia sana nella quale persone che si combattano in campagna elettorale non possono far finta che non sia successo niente il giorno dopo“.
La questione dei diritti civili e aborto. Cosa cambierebbe?
Enrico Letta: “Anche questo mi è apparso un argomento ricco di fake news. Legge 194, diritto all’abordo. FdI non ha mai proposto una modifica o abolizione, ma una piena applicazione di questa norma e quindi offrire alternative a quelle donne. Io considero questa pieno diritto all’autodeterminazione delle donne. Per quello che riguarda i diritti degli omosessuali ci sono le unioni civili e vanno bene così. Non sono d’accordo all’adozione dei bambini per queste coppie“.
Si parla di una possibile alleanza M5s e Pd dopo le elezioni. E’ possibile?
Enrico Letta: “Ci sono città dove governiamo insieme a loro. Io penso che quello fatto con Draghi sia stato irresponsabile. La crescita del M5s al Sud sta avendo effetti interessanti e benefici per noi. Vedremo questo cosa comporterà. L’obiettivo è quello del 25 settembre e la separazione con il M5s l’hanno scelta loro facendo cadere il governo“.
Il motto Dio, patria e famiglia non è in contrasto con l’Italia moderna?
Giorgia Meloni: “Io mi considero una conservatrice. Si tratta di un motto mazziniano e significa difendere una identità europea, che la famiglia è un nucleo fondante della nostra identità. La patria e la famiglia è fondamentale come l’identità religiosa“.
Elezione diretta del presidente della Repubblica. Con quale modello e perché viene considerata da Letta pericolosa?
Giorgia Meloni: “Negli ultimi 20 anni l’Italia ha avuto 11 governi diversi e questa è una anomalia. Chi fa finta di non vedere questo problema non si rende del fatto che mina la nostra credibilità. Io cerco una soluzione a questo problema per avere una stabilità di chi sta al governo. Noi abbiamo proposto il semipresidenzialismo alla francese perché era la proposta che usciva dalla bicamerale di D’Alema. Io voglio affrontare questa questione perché credo che la nostra democrazia possa essere più efficiente e attenta a quello che chiedono i cittadini“.
Enrico Letta: “La discussione è iniziata con una presa di posizione di Silvio Berlusconi: il Centrodestra con la vittoria dell’elezioni avrebbe introdotto il presidenzialismo e subito dopo il benservito al presidente della Repubblica. Iniziare così il dibattito non va bene e ho detto quello che pensavo. In questo anno e mezzo con il sistema che abbiamo oggi Draghi ha funzionato. Poi c’è stata una scelta politica sbagliata degli alleati di Giorgia Meloni e di FdI stessa aiutati da Conte“.
Si parla tanto di giustizia e poco di lotta alla corruzione.
Enrico Letta: “Questa legislatura è terminata con delle riforme importanti. Adesso però bisogna completare questo processo per disingolfare i tribunali. Noi siamo per una Alta corte, sopra il Csm, per fare un controllo superiore rispetto a quello che accade. Aggiungo anche che io sono tra quelli che pensa che su questo tema bisogna cambiare la Costituzione. E tutto questo mi porta a dire che la lotta alla corruzione e alla criminalità vede sul Pnrr uno dei capitoli fondamentali”.
Giorgia Meloni: “Io penso che ci sia bisogno di una riforma della giustizia più coraggiosa. Non possiamo far finta di non vedere quello che è accaduto: noi dobbiamo far recuperare ai cittadini la fiducia verso la classe dirigente. Sulla giustizia penso che serva una riforma del Csm più coraggiosa di quella fatta e credo che la riforma da fare è quella di procedere con sorteggio. Credo che serva una separazione delle carriere in magistratura, velocizzare i tempi ed avere certezze della pena“.
Siamo un Paese che deve avere una grande accoglienza oppure ci sono misure come porti chiusi o blocchi navali necessarie per l’Italia?
Giorgia Meloni: “Noi dobbiamo affrontare due questioni diverse: profughi e migranti. Quando l’Italia le ha sovrapposte ha fatto un disastro. Penso che noi non possiamo farci dire dagli scafisti chi deve entrare in Italia. Secondo me si può discutere a livello europeo con i Paesi africani chi può arrivare nel nostro Paese come rifugiato“.
Enrico Letta: “Noto che la parola blocco navale non è stata utilizzata. Io quello che dico è questo: la vicenda con flussi importanti non può che essere a livello europeo e purtroppo l’Ue su questa materia non è stata pronta anche perché si tratta di temi che non trovano mai unanimità“.
In Italia si parla sempre di stipendi bassi e contratti precari per i giovani. Le soluzioni sono Rdc e salario minimo?
Enrico Letta: “Per noi la questione chiave è quella di far sì che i giovani devono entrare nel motore del nostro Paese. Quindi bisogna eliminare gli stage gratuiti sostituendoli con un contratto di primo lavoro. Lotta alla precarietà significa anche applicazione del salario minimo. La dignità del lavoro è fondamentale e quindi è un passaggio chiave. Il Reddito di cittadinanza è fondamentale per contrastare la povertà. E’ fondamentale che continui su questo tema, ma sulle politiche attive del lavoro deve cambiare perché non ha funzionato.
Giorgia Meloni: “La norma sul salario minimo io temo che non risolva il problema. Per aiutare i lavoratori bisogna tagliare il cuneo fiscale. Noi dobbiamo favorire l’assunzione e per questo noi diciamo alle imprese: più assumi, meno paghi. Perché noi in questa fase dobbiamo incentivare ad assumere in tempo indeterminato. Sul reddito di cittadinanza sono d’accordo che nessuno lo consideri più un ottimo provvedimento. E’ giusto che lo Stato si occupi di chi non è in grado di lavorare, ma l’errore è quello di aver messo queste persone alla pari di quelle che sono in condizione di lavorare”.
Nei fiscali si parla molto poco di evasione fiscale, ma è presente il condono. Non è in contraddizione rispetto alla sereità dei programmi?
Giorgia Meloni: “Non si parla condono. C’è il tema di combattere l’evasione fiscale. Non sono d’accordo che i proventi vengano inseriti nel bilancio ad inizio anno. Su quello che riguarda i condoni, non sono presenti nel programma di FdI. Magari una misura necessaria è quella di far funzionare quelli che ci sono già stati. Ma io penso che questo sia il tempo di rispettare le regole. Per il fisco noi proponiamo di pagare il dovuto con una maggiorazione minima e potendo dilazione fino a 10 anni il pagamento della cartella”.
Enrico Letta: “La lotta all’evasione fiscale è uno dei punti fondamentali del programma anche perché da lì tireremo fuori i soldi per altre misure. Sul fisco è fondamentale di sostituire con una autodichiarazione l’anticipo dell’Iva. L’altra cosa da fare è implementare la minimum global tax“.
Non temete che l’Italia precipiti in una situazione che abbiamo già visto come tasse alle stelle per le imprese, inflazione molto alta?
Enrico Letta: “Se si fa paragone tra noi e il Centrodestra, noi abbiamo il tema delle bollette un’unica grande proposta: la riduzione fiscale e quindi le tasse sul lavoro. Questo aiuta lavoratrici e lavoratori ad avere un salario solido“.
Giorgia Meloni: “Sicuramente la situazione dei conti pubblici dell’Italia non è ottima. Chi ha governato negli ultimi dieci anni una parte di responsabilità la ha. E’ la ragione per la quale FdI si sta tenendo su un programma fattibile in una situazione economica non facile. Noi proponiamo una flat tax al 15% su quello che guadagni in più rispetto all’anno precedente. Siamo d’accordo sulla riduzione fiscale e credo che da subito sarebbe una tassa al 5% sui premi di produzioni, straordinari, aumento del fringe benefit. Dopodiché, sono contenta di sentire da Enrico Letta che nel loro programma la misura più importante è quella della riduzione del cuneo fiscale”.
La gente in questo momento sta pensando alla questione economica. Se uno di voi si insedia a Palazzo Chigi, quali saranno le prime misure urgenti su questo fronte?
Giorgia Meloni: “Io per la verità sto continuando a proporre per andare più velocemente anche in questa campagna elettorale il tema disaccoppiamento del costo del gas ed energia. Se vediamo che l’Europa non arriva in tempo, io penso che possa approvare questa misura anche a livello nazionale. Penso che vadano fatte misure strutturali per rivedere i prezzi. Se si riesce a fare prima meglio, altrimenti ci penseremo noi se andremo al governo”.
Enrico Letta: “Per prima cosa bisogna bloccare le bollette, ma prima si devono aiutare le famiglie per pagare le bollette precedenti. Tutto questo ha senso se c’è il prezzo del tetto del gas. Sono contento che siamo sulla stessa lunghezza d’onda: è necessario disaccoppiare gas e luce“.
Il Pnrr è stato approvato prima della guerra. Ci sono possibilità di rinegoziare questo accordo?
Enrico Letta: “Il Pnrr sono soldi europei e l’Italia tutta questa cifra non l’ha mai vista. Lì dentro non ci sono cose astratte, ma soldi per le aule, lavoro, interventi per contrastare la siccità. L’idea che adesso noi ci mettiamo a rinegoziare quei soldi dice che noi siamo inaffidabili e io sono contro. Dentro al Pnrr ci sono le condizioni per poter aggiustare quegli aspetti finanziari per esempio legati al costo dell’energia. Adesso questi fondi hanno usati bene e credo che sia necessario farlo mantenendo i capisaldi come il 40% di clausola di salvaguardia per il sud”.
Giorgia Meloni: “Mi dispiace che anche in presenza di dicono fake news. Io non ho mai detto che bisognava il Fondo monetario internazionale al posto del Pnrr, ma del Mes. Il soldi del Pnrr sono dell’Europa e aniamo a vederli nei dettagli: 122 miliardi di euro che noi prendiamo a debito. E quando FdI ha chiesto al commissario Gentiloni di chiedere il tasso interesse ci è stato detto che non è dato saperlo. Gli altri sono a fondo perduto, ma l’Italia nei sette anni verserà all’Europa 36 miliardi. Io penso che questi soldi siano un’occasione e vadano spesi nel migliore dei modi. Ma il fatto di dire che si possa aggiornare il Pnrr mi pare una cosa credibile e già il governo portoghese ha chiesto una revisione“.
Capitolo Unione Europea. Come si tutelano gli interessi nazionali nell’Ue?
Giorgia Meloni: “Noi per anni abbiamo sentito definire chiunque cercasse di fare delle critiche costruttive sovranista. Poi sono arrivati degli shock che hanno messo in discussione tante cose e si è accorti che forse chi diceva quelle cose aveva più a cuore l’Italia. Io credo che chi poteva alcune questioni lo facesse nella speranze che l’Uefosse un grande politico e un nano burocratico, oggi è completamente opposto. La posizione dei conservatori è il principio di sussidiarietà: Bruxelles non si occupi di quello che può fare Roma e Roma non si interessi da sola di argomenti da affrontare insieme“.
Enrico Letta: “Mi sembra che già qui vengano fuori differenze abissali. Il motivo per cui l’Ue non funziona è perché partiti politici non vogliono che l’Europa decida a maggioranza. Bisogna togliere il diritto di veto che piace a tutti i partiti conservatori e a Orban che lo sta usando ogni volta che può contro l’Italia. Per noi l’Europa che funziona è quella della solidarietà“.
Il sistema delle alleanze internazionali è diventato ancora più decisivo dopo la guerra in Ucraina. Quanto va sostenuto questo impegno nei confronti di Kiev contro la Russia e il sistema delle sanzioni va abbandonato o bisogna continuare?
Enrico Letta: “Il 24 febbraio quando quella mattina ci siamo svegliati non ci aspettavamo di vedere la guerra. Noi abbiamo preso una decisione immediata: abbiamo organizzato la prima manifestazione di un grande partito europeo di fronte all’ambasciata russa a Roma e da quel momento siamo stati coerenti. L’unico modo per poter sostenere l’Ucraina è quello delle sanzioni e abbiamo deciso di farlo con i nostri partner europei. Per questa decisione stiamo pagando un costo sull’energia e c’è bisogno di intervenire”.
Giorgia Meloni: “Dall’inizio non abbiamo avuto nessuna titubanza di schierarci a favore dell’Ucraina. Abbiamo sostenuto anche dall’opposizione le scelte di Draghi e non c’è nessun dubbio che le cose resteranno così anche con il Centrodestra. Ritengo che l’Italia che scappa dalle sue responsabilità pagherebbe questa scelta e sarebbe incapace di chiedere e pretendere quello necessario. Dall’inizio abbiamo chiesto al Governo un fondo di compensazioni per le Nazioni più colpite dalle sanzioni. Questa è anche la posizione scritta nel programma del Centrodestra“.
ORE 18:10 – E’ tutto pronto per il confronto tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta. Entrambi i leader hanno a disposizione dello stesso tempo e risponderanno ad un primo blocco di domande comuni e poi a quesiti responsabilizzati. E potranno anche replicare.